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Posts Tagged ‘Parlamento’

A bocce ferme (leggi elezioni concluse) attendiamo l’insediamento del neoparlamento e la formazione del nuovo governo.

Sperando e vigilando affinché Costituzione e Diritti non vengano toccati.

Ps: per quanto in democrazia vinca il numero maggiore, restano sottesi alcuni interrogativi sulle motivazioni, istintive e/razionali, che hanno traghettato buona parte del popolo italiano verso quel tipo di destra.

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L’aula del Senato per il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi – Roma, 20 luglio 2022

E così tra pantomime e azzardi la crisi di governo ha esitato in una salita al Colle del Premier (ormai ex) Mario Draghi per rassegnare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le dimissioni, questa volta irrevocabili. Con il Capo dello Stato che scioglie le Camere e indice nuove elezioni.

I Giochi, o meglio i divertissements, di Palazzo si sono spinti troppo oltre, e quando il dentifricio esce dal tubetto si sa che non può più rientrare.

Ora il tentativo da parte di tutti, specie quelli che l’hanno effettivamente prodotto, è sganciarsi dalla responsabilità del risultato. Nonché inneggiare al bene del Paese, quando è ormai lapalissiano che siano schermaglie personali e interessi di parte a muovere le azioni di tanti nostri politici.

Ma le evidenti sgrammaticature della forma hanno sottolineato la vacuità del contenuto. E ciò rischia di essere pericoloso per i cittadini tutti.

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“Avevo altri piani, ma se serve ci sono”. 

In questa dichiarazione c’è tutto il profondo senso dello Stato e delle istituzioni, nonché di responsabilità, di Sergio Mattarella. Rieletto infine Presidente della Repubblica Italiana con ben 759 voti dopo una tormentata settimana di tentativi parlamentari di vario tipo. Spallate, salti nel buio, giri a vuoto, bruciando nomi, anche istituzionali, quasi si trattasse di un gioco da tavolo. Col rischio di minare sempre più l’edificio democratico del Paese. Quindi l’unica carta spendibile è stata infine il Mattarella bis, nonostante il “prescelto”, già scelto, avesse detto in ogni modo della sua indisponibilità, per questioni personali e per rispetto del dettato costituzionale.

Ma al momento della chiamata da parte della quasi totalità del Parlamento non si è tirato indietro, assumendo su di sé il gravoso compito. Di questo non si può che ringraziarlo.

Le sue prime parole, dopo l’ufficialità della rielezione, sono state proprio intorno alla “responsabilità” e al “rispetto”: “I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando – sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale – richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini“.

E ora? Tutto riprende come prima? Non proprio, perché in tale circostanza l’attuale sistema partitico italiano ha disvelato fragilità e divisioni, con cui sarà necessario fare i conti al più presto.

Nel frattempo però auguri di buon lavoro al Presidente Mattarella.

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Ieri al Senato, oltre ad assistere alla fine annunciata e poi procrastinata del governo gialloverde attraverso comunicazioni esplicite dei leader politici, abbiamo ripreso confidenza con il linguaggio non verbale, il non detto, la gestualità che tutto dice pur non dicendo.

E nell’esplicito subliminale si andava a sottolineare l’infinita linea d’ombra che distingue gli uomini nella loro essenza, molto prima che nel loro agire da governanti.

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“L’ottovolante di Copenaghen (e forse della vita)” – Photo by Ester Maero

Da non credere. Si ricomincia. Un’altra volta. Ennesimo giro di giostra politica. Ancora gioco dell’oca. Fermi tre giri e si torna al via. Ma con autentiche oche del Campidoglio. A starnazzare a più non posso. Senza alcun risultato concreto.

E noi cittadini su e giù sull’ottovolante. Senza la possibilità di scendere o stare fermi, noi sí, almeno un giro.

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Murale di TVboy – Roma, Via del Collegio Capranica – 2018

Tradimenti inaspettati nella serata di ieri. Strappi in parte ricuciti nella notte. Abbracci pacificatori questa mattina. Con due neonati Presidenti: Maria Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia al Senato e Roberto Fico di M5s alla Camera.

E uno Street Kiss disegnato su un muro di Roma a suggellare forse futuri e inediti scenari.

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MC Escher, “Illusion chess board”

Il nuovo Parlamento sta assumendo, prima ancora del suo insediamento, la forma di una grande scacchiera.

In cui la Mossa privilegiata, almeno fino a ieri, sembrava essere quella dell’Arrocco. Muovere due pezzi in un colpo solo. Comunque dopo la mossa dell’avversario. E in attesa del Dominus fuori scacchiera.

Ora invece la mossa privilegiata pare essere la Mossa del Cavallo. Ovvero quella laterale, inaspettata, a scavalco. Che però va anticipata rispetto all’avversario.

E noi elettori, extra tavolo, mentre osserviamo un po’ scettici le Grandi Manovre, pensiamo ai paradossi di Escher. Per cui nulla è come sembra.

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Qualsiasi sia l’esito di questa campagna elettorale, quasi certamente incerto, l’uso linguistico è invece, questo certamente, scadente e aggressivo.

La parola più usata è “attacco”, come se l’esercizio democratico del voto fosse, di default, comprensivo di battaglie e scontri.

Tizio attacca Caio, Caio attacca Sempronio, Sempronio attacca Tizio in una premeditata giostra degli scambi in cui il ruotare della stessa è talmente vorticoso da confondere, fino a tramortire, lo sbigottito spettatore/elettore.

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Ancora. Un nuovo attacco. Un’altra ferita.

Questa volta al cuore di Londra. A quel Parlamento che pulsa democrazia per tutti. Un simbolo potente. Di istituzioni, leggi, uguaglianza, confronto.

Lo sfregio umano e immaginifico a Westminster colpisce tutti noi. Ma non solo da europei. Ancor più ci ferisce da cittadini del mondo.

Memori di quanto diceva sir Winston Churchill, vicino alla cui statua é avvenuto l’attacco: “Fanatico é colui che non può cambiare idea e non intende cambiare argomento.

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Nel nuovo governo Gentiloni tanti i promossi. Soprattutto quelli bocciati dal referendum.

Un curioso paradosso, quello del “sempre promosso”. Che mantiene in modo adeguato le promesse.

A partire dalle premesse.

Sempre le stesse.

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