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Posts Tagged ‘Orto degli Ulivi’

Nell’orto degli ulivi.

Come al Getsemani.

Agonia e preghiera.

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Padre siamo nell’Orto degli Ulivi – così chiamano il luogo qui a Gerusalemme.

Mi prostro con la faccia a terra, dico parole dissennate:

Passi da me questo calice. Ma non come vorrei,

come tu vuoi sia fatto.

Ciò che si prepara è nelle Scritture,

a quello ho ordinato i miei pensieri

punto per punto, eppure esito ancora,

farnetico che sia revocabile.

Tu entri nel groviglio umano e lo disbrogli

pure così lontano come sei nella tua eternità

da questi nodi delle esistenze temporali.

In te pietà e amore riempiono l’abisso 

di questa differenza. Intendimi.

Ma ecco viene gente.”

Mario Luzi, da “La Passione. Via Crucis al Colosseo”.

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Vincent Van Gogh, "Uliveto" - 1889

Gesù andò in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: ‘Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare.’ E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo ‘Padre mio, se è possibile passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!’.” – Gesù nell’Orto degli Ulivi, dal Vangelo di Matteo.

L’ulivo è un albero serio, dal dolore contenuto e dignitoso e dalla sofferenza non gridata. Non ama il chiacchiericcio salottiero, le assemblee, le tavole rotonde. Vive del suo passato doloroso e non parla di radiosi avvenire o ricchi futuri. E’ un albero nobile, bello e disperato. Cresce nutrendosi di un dolore antico, che lo deforma e lo contorce in curve impressionanti. L’ulivo non vuole attirare l’attenzione, anzi, cerca di nascondersi il più possibile. Ma non ce la fa. Le sue forme lo tradiscono e anche un bambino noterebbe in esse qualcosa di tremendo, di tragico e di drammatico che esce dalla terra. Il dolore sopportato in silenzio rende forti nello spirito, ma anche fragili, disinteressati alla vita e privi di ogni difesa. Per questo il freddo lo uccide con facilità. L’ulivo è un albero universale che rispecchia la vita di ogni uomo vivente. Nessuno infatti, sulla terra, dallo spazzino al re è immune dal dolore che piega l’animo e contorce i giorni fino al limite estremo.” – Da “Le voci del bosco” di Mauro Corona.

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