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Posts Tagged ‘orizzonte’

Giuseppe D’Asta, “Il mare in testa”

Per me “il mare in testa” è una costante.

Perché il liquido specchio di sale è mio orizzonte di festa in testa. E perché onde e pesci esplicitano alquanto il mio mare di pensieri in fieri.

Oggi, in un giorno che all’orizzonte appare di maroso per contestazione e protesta, spero che a tutti salga “il mare in testa”. Al fine di ritrovare i suoni armonici di quando eravamo branchie e pinne e squame. Costruttori minimi di ben altre trame.

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Il Tempo, seppur da tempo sembri fermo, si muove.

Le lancette ci appaiono infatti sospese in un oggi senza fine, senza mutamento alcuno.

Come se il meccanismo si fosse incantato, costringendoci in un loop sempre uguale a se stesso.

Ma forse lo spostamento forzato delle lancette in avanti spezzerà l’incantesimo, facendoci attraccare in un Tempo tutto nuovo. Ad orizzonte non più così sfocato.

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Come sarebbe vivere su un mondo-pesce?

Avremmo forse di più di quanto non sembra mai dover venir meno. E che invece sta diventando raro e prezioso.

Più acqua, più orizzonte, più silenzio.

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Daniel Pollera "Life stand"

Daniel Pollera “Life stand”

“Se giri in tondo fissandoti la coda, inutile offrirti orizzonti.”

Maria Luisa Spaziani, poetessa

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art decò

E se un giorno potessimo farci il mare a cubetti?

Come i cubetti di ghiaccio.

Per un bagno a portata di mano.

Per divagare, acqua e sale, tra i nostri pensieri.

O anche solo per contemplarlo. Ad orizzonte ridotto.

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young-canute

Una paletta, un secchiello e l’orizzonte infinito che solo il mare riesce a regalarti.

Questa la prima sensazione di conquista del mondo.

Ps: una sensazione non così diversa da quella che si prova ancora oggi, a cinquant’anni di distanza, di fronte a quell’onirico discorso di Martin Luther King, in preda ad un visionario sogno.

martin luther king

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Esplode bomba all’ingresso a scuola. Zaini e quaderni sparsi e anneriti, giovani vite spezzate e altre segnate per sempre.

Sento la notizia e la mente raggiunge scenari lontani, le ferite di Beirut, gli strappi della striscia di Gaza, il sangue tra Gerusalemme e Tel Aviv, luoghi e tempi in cui andare a scuola era/è un azzardo quotidiano, una scommessa contro il caso, perché accade che il bus per la scuola sia gonfio non solo di studenti ma anche di tritolo.

Invece oggi si tratta di noi, Italia – Brindisi – Istituto Professionale “Francesca Morvillo Falcone” – maggio 2012. E’ roba di casa nostra, anzi forse di Cosa Nostra.

Incredulità, rabbia, impotenza. Mai si era osato tanto, un attacco bestiale contro ragazzi indifesi in prossimità del loro “posto”, la scuola. O forse è proprio questo luogo, la “scuola”, a far paura ai nuovi barbari. Un luogo simbolo la scuola, il laboratorio in cui i nostri “cuccioli” imparano ad essere donne e uomini onesti, dignitosi e liberi, con la capacità di camminare per il mondo sapendo scegliere. Perché la scuola, nonostante tutto, continua a tentare di consegnare strumenti per decifrare il mondo. Permettendoti, in tal modo, di essere libero. E solo se sei libero puoi costruire un mondo alternativo.

Conosco alquanto i ragazzi, con loro trascorro buona parte del mio tempo, e so che non vogliono farsi sottrarre almeno l’idea dell’orizzonte. E allora penso, non posso farne a meno, a Melissa Bassi e ai suoi sogni d’orizzonte. Spazzati via da un’azione infame. In una mattina come tante, mentre stava entrando a scuola.

                                                                                                                                                                       

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