“Il naufragio” di Moses Levy (Tunisi, 1885 – Viareggio, 1968)
Di solito si spiaggia, come una balena, arrivando dal mare. E per la creatura marina non è buona cosa, essendo l’onda che ha dietro sè il proprio elemento naturale.
C’è poi un altro spiaggiare. L’arrivo umano da terra verso l’ultima lingua di suolo antistante l’elemento acqueo salino. Lasciandosi alle proprie spalle, per una manciata di giorni, le onde quotidiane e straordinarie delle private e pubbliche tempeste di terra.
A quasi un mese dalla drammatica e prematura scomparsa di Tim Bergling, il Dj Avicii, alcune riflessioni prendono forma. Sul mondo secolare che fagocita le sue creature di successo, e sui nomi “consequentia rerum”.
Tim adolescente scrive e remixa canzoni nella sua cameretta, pubblicandole in un blog e poi nel suo profilo. Viene scoperto e messo sotto contratto. Nonché sotto pressione. E lo pseudonimo adottato, Avicii, detta il nuovo passo del ragazzo di talento.
In sanscrito “Avicii” significa “senza onde”, per il buddismo l’ultimo livello dell’inferno. Quello in cui comincia a scendere Tim, tra alcool, droghe e crisi d’ansia. Al punto da dover abbandonare palchi, pubblico e tour.
In tempi non sospetti, ma solo per noi, Tim faceva ballare il mondo, già gridando il suo malessere al mondo. Inascoltato. Così nel suo “Wake me up“:
“Cerco di portare il peso del mondo ma ho solo due mani spero di avere la possibilità di viaggiare per il mondo ma non ho altri piani spero di restare così giovane senza paura di chiudere gli occhi la vita è un sogno fatto per tutti e l’amore è il premio
allora svegliatemi quando è finita quando sarò più saggio e più vecchio tutto questo tempo mi stavo trovando e non sapevo che mi ero perso“.
Un piccolo trattato sul mare. E dopo il lungo inverno può esserci utile questa “talassoterapia dell’anima“, così lo definisce “Le Figaro Magazine”, in cui respirare il movimento lento delle onde e sentire la gamma cangiante dei blu.
L’autrice, Cécile Guérard, nuota tra le onde da Talete a Nietzsche, dato che sull’elemento liquido si sono soffermati quasi tutti i filosofi, forse perché, come dice Henri Michaux, “l’anima è un oceano sotto una pelle“. Ma la Guérard, che vive in Normandia dove “il mare s’impone come un’evidenza“, non si ferma alla filosofia, ci fa apparire il mare anche attraverso quei testi letterari che esistono grazie al mare, a partire dall’Odissea.
Ma solo accenni, pennellate impressionistiche in questo libretto, spruzzi di riflessioni. Con quel potere rigenerante che ha una passeggiata sulla spiaggia, con l’infinito azzurro a ritemprare corpo ed anima ad un tempo. Il recondito motivo? Perché “il mare non smette di ricominciare in noi, è per questo che ogni volta che lo vediamo, sembra che sia la prima volta.”