La sensazione è di confusione generale, di sbandamento collettivo.
Crisi finanziaria globale, ribellione definitiva della natura, drammatico deragliamento del pianeta.
Ecco forse perché quel grido ritmato e disperato del Molleggiato, “Non so più cosa fare, non so più cosa c’è“, entra nella testa di ciascuno, scendendo nelle viscere come sabbia in una clessidra, fino a sfiorare il Dna di chi ci ha preceduto. Andando a scuotere il tempo all’incontrario. Col mondo che ferma la sua corsa, anche solo per un infinito istante. Quello necessario a risistemare gli ingranaggi dell’umanità. Ricominciando a respirare, a vedere, a sapere.
Ps: il singolo “Non so più cosa fare”, contenuto nell’album “Facciamo finta che sia vero” di Adriano Celentano, è proprio un video da non perdere. Perché quella parola-suono-immagine funge da clessidra per il proprio personale viaggio a ritroso nell’umanità.