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Posts Tagged ‘Nobel per la letteratura’

Toni Morrison (Photo by Timothy Greenfield-Sanders/Corbis via Getty Images)

In tempi così oscuri per i diritti dell’uomo, ricordare Toni Morrison, prima donna afroamericana a ricevere il Nobel per la letteratura, è un imperativo categorico.

Discendente di persone schiavizzate, fin da piccola provó sulla sua pelle, non solo in senso metaforico, il significato barbaro della parola “razzismo”. Non è un caso che nel suo primo romanzo “L’occhio più azzurro”, indagando sul tema a lei caro dell’identità, narri di una bambina nera, povera e abusata dal padre, che sogna di avere gli occhi azzurri per somigliare ai bianchi.

La sua opera più famosa, “Amatissima (Beloved)”, Premio Pulitzer 1988, è il racconto di una giovane donna di colore che fugge dalla schiavitù prima dell’inizio della Guerra civile. Uccidendo la figlia piuttosto che farle vivere gli orrori della segregazione.

Storia che ricorda alquanto quanto sta avvenendo nel Mediterraneo, con l’avallo dei governanti dei Paesi detti “avanzati”. Forse nel senso di “residuali”.

Toni Morrison è stata parte del Grande sogno americano, quello della giustizia e dell’armonia tra i popoli. Le sue parole restano una lezione di saggezza per tutti noi. Soprattutto ora.

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E’ terminata la mia sospensione di giudizio sul comportamento post Nobel di Bob Dylan.

All’annuncio di tale riconoscimento il 13 ottobre scorso ero contenta. Per la scelta open dell’Accademia di Stoccolma, per il nome del poeta destinatario e per la motivazione: “Per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della canzone americana.” Canzoni come “Blowin’ in the wind” o “Knockin’ on Heaven’s Door” sono diventate inni dei movimenti pacifisti e per i diritti civili, interpretando il sogno americano di libertà.

Mi aspettavo da subito una dichiarazione del cantautore. E invece ho cominciato ad aspettare, come tutti, un segno da parte del compositore. Una sua, seppur minima, reazione. Viceversa, il silenzio.

Così, mentre lui taceva io entravo in epoché, sospendendo il mio giudizio sul suo atteggiamento.

Dopo una quindicina di giorni poche parole in stile Dylan: “Che sorpresa il Nobel. A Stoccolma ci andrò, se sarà possibile.” Ora sappiamo che non gli sarà possibile, perché “già occupato in precedenti impegni.” Comunicato che lascia dietro di sé una scia fastidiosa e sgradevole di arrogante superiorità. Anche se le sue canzoni continueranno con merito a “bussare alle porte del Paradiso.

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DARIO-FO

Novanta senza dimostrarli. Forse perché guitto, forse perché Nobel, forse perché Dario Fo.

Continua a recitare traendone piacere. E regalandone, moltiplicato, a chi lo guarda.

Per non dire della produzione di parole e disegni. Ricca e creativa. Con guizzi che vanno oltre il foglio.

Le sue commedie sono diventate dei modi di dire. Da “Mistero buffo” a “Morte accidentale di un anarchico”.

Anticonformismo, satira, sperimentazione. Con effetti stranianti nonché grotteschi. E altamente letterari.

Inoltre un grammelot padano-veneto a rendere il suo messaggio artistico divertente e dissacrante. Accompagnato da incursioni e visioni sulla realtà assolutamente acute e predittive.

Che è poi la motivazione del Nobel per la Letteratura: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.

Auguri Maestro! E grazie per il Suo sguardo obliquo e poetico sul mondo.

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franca rame

Franca Rame si è spenta.

Per ricordarla, i suoi “ingredienti” principali: teatro nel Dna familiare, impegno civile nel Dna personale, un Nobel saltimbanco per marito, ironica intelligenza nei passi della vita.

Quella vita che lei vedeva, come scrisse Dario Fo ne “Il mondo secondo Fo“, quale “una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.”

 

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