Non si associ alla tragedia di Rigopiano la parola fatalità. Bensì negligenza, imperizia, pressapochismo. E sottrazione dalle proprie responsabilità.
È vero che il destino cinico e baro distribuisce le sue carte con modalità umanamente incomprensibili, ma lì tempistica e lassismo erano al tavolo da gioco.
Rigopiano va però anche associato al coraggio e alla professionalità di quei Vigili del Fuoco che per giorni e notti lavorarono senza sosta e con speranza per sottrarre alla valanga più vite umane possibili. Purtroppo per 29 è stato impossibile. Al loro tributo è doveroso un rispettoso silenzio e il ricordo vivo di quel che è stato.