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Posts Tagged ‘Natale’

“La pausa buona della Natura”, photo by Ester Maero

Agli indaffarati, agli stanchi, agli stressati, insomma a tutti noi, l’augurio che il Natale sia una pausa buona e lenta per risintonizzarci con la nostra più intima essenza.

Buon Natale a tutti i viaggiatori di espress451!

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Ogni giorno una sorpresa.

In fondo quella che già riceviamo, non gradita, da un po’ di tempo a questa parte.

Sarebbe auspicabile ripristinare il senso pieno, anche positivo, della sorpresa. Evitando per una volta i vari e gravosi “imprevisti”, leggi cataclismi-inflazione-guerre-torture. Insomma la solita miseria umana che ci caratterizza.

Una possibilità potrebbe essere partire dal nostro ombelico piccolo che dà un’occhiata buona e compassionevole ad un altro ombelico piccolo, il più delle volte accanto a noi. Quello sguardo potrebbe essere la “casella” di giornata da aprire. Sorprendendo noi stessi.

Autentico Avvento, quasi Epifania.

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Auguri di un Natale Sereno. Seppur straordinario.

Che la Nascita possa annunciare agli Uomini di Buona Volontà il rientro in una ritrovata ordinarietà.

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SEBASTIAN MÜLLER – AERIAL PHOTOGRAPHY AWARDS 2020

È necessario.

Dobbiamo stare. Nel presente. Fermi. Anche con la mente.

Senza nasconderci la realtà. Senza ancorarci alle forme del passato. Senza precipitarci verso le forme del futuro.

Dobbiamo stare. Aspettando che passi l’onda. Sopra le terre emerse. Sopra le nostre teste.

Senza dimenticare che la vita è primaria su tutto. Ma proprio su tutto. Interessi, profitti, consuetudini.

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Chi sfoglierà in futuro i libri di storia avrà un brivido a leggere che il Natale 2020 fu normato. Per tutto il globo terrestre. Al fine di evitare una terza ondata di pandemia. Quella da SarsCov2, che sconvolse la vita degli umani in quel terribile 2020, sottraendo a molti umani la vita stessa. In modo rapinoso e drammatico, lasciando una scia di devastazione in chi tanto perdeva. Restando attoniti, senza congedi, senza consolazioni. Perché il contagio stava nell’ombra e alla luce, sempre pronto a fagocitare altre vittime.

Ecco perché, si leggerà, in quel 2020 annus horribilis si decretò per legge cosa fare e come comportarsi a Natale.

Senza feste e abbracci, più soli che accompagnati. Tavole con sparuti commensali, generazioni divise. Territori isolati, viaggi vietati.

E il colore rosso, quello per antonomasia del Natale, temuto per la sua componente intrinseca di pericolo alto di contagio.

E il calendario dell’Avvento che sciorinava ogni giorno, all’apertura della casella, un numero tristissimo di vite sottratte alla vita.

E la speranza del Bambino riposta in un nuovo vaccino. Che stava per giungere, salvando forse l’Uomo, ancora una volta, dal suo peccato…

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Buon Natale a tutti i “viaggiatori” di espress451.

Con l’augurio che ciascuno possa trovare sotto l’albero una traccia di Buon Cammino.

 

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Bansky, “La cicatrice di Betlemme”

Ancora una volta Bansky ci fa riflettere.

Il suo ultimo “segno” è una “cicatrice”.

Nell’ingresso dell’hotel “Walked off” a Betlemme, a ridosso del Muro di protezione di Israele, “La cicatrice di Betlemme” raffigura una piccola mangiatoia di presepe posta di fronte ad un muro trapassato da una granata. Ma quel foro, simbolo del male umano, diventa una stella sopra alla Natività, trasformandola così, a detta dell’artista, in una “Natività modificata”.

A sottolineare l’urgenza di modifica del comportamento umano.

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Quando si ha voglia di neve senza coinvolgere cielo e terra ma solo pensiero, nulla di meglio di una “boule de neige”.

E il mondo piccolo della palla di vetro, con una semplice scossa, si fa immenso e bianco e incantato.

Regalandoci, senza addormentarci, la sensazione del sogno. E del possibile.

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Da oggi le giornate ricominciano ad emanare più luce. Rigenerazione in nuce.

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In linguaggio tecnico sono i “gingerbread men”. In linguaggio festivo fanno semplicemente Natale.

E allora, nel giorno degli addobbi, via libera agli omini di zenzero. Buoni, belli e coccolosi. Un regalo che sa di cucina, calore e attenzione. Per risvegliare tutti i sensi.

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