Dopo 33 anni all’ombra del Vesuvio torna lo scudetto, il terzo per il Napoli e per Napoli.
Un’impresa quasi epica da parte di un gruppo eterogeneo e coeso, caparbiamente voluto dal Presidente De Laurentiis e guidato da un mago coi piedi per terra, Mister Spalletti. Certaldese doc, come il suo predecessore più famoso, Giovanni Boccaccio. E come lui con un felice tempo napoletano. Risposta pronta, a volte mordace, visione chiara, a volte predittiva.
E poi la squadra. Questo Napoli è un mondo in miniatura: giocatori da ogni parte del globo che, invece di atteggiarsi a solite primedonne, mettono in campo il senso compiuto del mediano di Ligabue, “A coprire certe zone / A giocare generosi“.
Si meritano la vittoria. Col beneplacito del loro (ma anche nostro) beniamino Maradona. E il gotha dei napoletani appartenenti a tutti noi, da Edoardo De Filippo, a Totò, da Massimo Troisi a Pino Daniele.