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Posts Tagged ‘Muhammad Ali’

È stato un giornalista di razza, Gianni Minà. E un uomo empatico, libero e gentile.

È sufficiente guardare questa foto, un pezzo di Storia del Novecento. Gabriel García Marquez, Sergio Leone, Muhammad Ali, Robert De Niro. E poi lui, Gianni Minà, sorridente, sornione, il regista di quell’incontro.

Questa foto giustifica il mio lavoro di giornalista – scriveva – È stata fatta a Roma, a Trastevere, davanti al ristorante ‘Checco Er Carettiere’ ed è la summa di quello che è stato il mio modo di essere, del piacere che dà l’amicizia e della possibilità di riunire una sera d’estate, per un inatteso gioco del destino, cinque amici avidi di curiosità per ascoltare i racconti del più affascinante tra di noi, Muhammad Ali, un pugile, ma prima di tutto un combattente della vita. Con lui Sergio Leone, un visionario che ha dato al cinema tutta la fantasia possibile, Robert De Niro, che da molti anni viene indicato come il più prestigioso attore dell’arte cinematografica, e perfino Gabriel García Marquez, lo scrittore colombiano premio Nobel che, prima di andarsene da questo mondo, ci ha regalato le pagine più affascinanti della letteratura del ‘900. Una combriccola così è proprio irripetibile e ancora adesso non so capacitarmi di come sia stato possibile riunire, una sera a Roma, questi amici”.

Anche in questo racconto, la sua profondità e la sua levità. Grazie Gianni Minà.

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È stato carisma allo stato puro, “The Greatest” Muhammad Alì nato Cassius Clay.

In lui la grandezza della sportività non stava solo nei titoli vinti, bensì nelle battaglie per i diritti civili, soprattutto per i neri. Famoso e coraggioso il suo rifiuto a servire l’esercito degli Stati Uniti nella guerra in Vietnam: “Non ho nulla contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro.” Rifiuto che lo condusse all’arresto e alla privazione del titolo iridato. Un “pungiglione” non solo sul ring.

E mostrare poi la fragilità della malattia, portando con fatica ma di nuovo con coraggio la torcia olimpica, aveva sottolineato ancora una volta la sua personalità dotata di spirito indomito e profonda sensibilità.

Sempre un simbolo. A partire da quel nome, Muhammad Alì, “amato da Dio”. Scelto per sentirsi libero. E perché “la gente lo usi quando mi parla e parla di me.

Ma ormai di Muhammad Alì si parlerà come di una Leggenda.

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Andy Warhol, "Cassius Clay" (1977-1979)

Compie 70 anni il più famoso dei pugili, Cassius Clay – Muhammad Ali, tra i più leggendari sportivi dell’era moderna, nonché una delle personalità più influenti del XX secolo.

Oltre che un grande campione, “il ragazzo di Louisville” è diventato un’icona sociale e politica per la sua conversione all’Islam, il rifiuto a combattere nella Guerra del Vietnam e le sue azioni umanitarie, tanto da ricevere la Medaglia Presidenziale della libertà, il più alto riconoscimento civile negli Usa, e da essere candidato al Nobel per la pace nel 2007.

Nel 1984 un nuovo “avversario” a cui far fronte, il morbo di Parkinson, ma ancora una volta “la farfalla” del Kentucky non molla e continua a combattere, commuovendo il mondo quando alle Olimpiadi di Atlanta accende il braciere quale ultimo tedoforo, tremante ma sempre fiero. E’ lui stesso a ricordarci il suo credo: “È la mancanza di fede che rende le persone paurose di accettare una sfida, e io ho sempre avuto fede: infatti, credo in me“.

Auguri, Cassius! Come hai sempre detto tu, “vola come una farfalla, pungi come un’ape“.

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