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Posts Tagged ‘“Mistero buffo”’

La prima volta che vidi Dario Fo avvenne per “colpa” di mia mamma.

Ero bambina e dei suoi spettacoli teatrali visti in televisione ho il ricordo dell’allegria. Tanta e colorata. Frammista all’odore di casa. Con quella strampalata sigla/filastrocca di “Mistero buffo”, Ma che aspettate a batterci le mani, in cui riconoscevo le parti folli e teatrali che si agitano sottotraccia nelle persone, me compresa. Avevo l’idea di un surreale minestrone in cui potevano convivere in modo giocoso “i re dei ciarlatani” e “Napoleon di Francia”, “trenta lune di cartone” e il cuore a fare “seimila capriole”.

Più avanti ne colsi lo scherzo e lo sberleffo, il talento e il dileggio, il sacro e il profano. Insieme al lavoro profondo che necessita la leggerezza, per essere fruita senza essere vista.

Poi lo incontrai, il Giullare Dario Fo. Primi anni universitari, esame di Storia del Teatro da preparare, la figura di Arlecchino, Harlequin, “il re dell’inferno” da approfondire. E lui, Dario Fo, emanazione in terra di quel re saltimbanco, era a teatro con quella maschera. Ricordo lo spettacolo, ma soprattutto il dopo. L’attesa al camerino, l’ansia di incontrarlo, la parola alle corde. E poi eccolo.

La sensazione resta, anche nel ricordo, quella di allora. Era “tanto”, in tutto. Come se fosse necessario un “codice” per coglierlo appieno, per decifrarlo oltre il livello “letterale”.

E lì compresi che alcuni uomini sono una fortuna per quelli a loro contemporanei. Un’occasione per gustare frammenti di Cose Alte. Non sempre e del tutto comprensibili, ma ghiotte e indispensabili al nostro umano “viaggio”.

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Che spiazzante coincidenza quella che vede andarsene, nel giorno di assegnazione del Nobel per la letteratura, peraltro vinto da un altro poeta fuori dal canone come Bob Dylan, il giullare Premio Nobel Dario Fo.

Difficile credere che la sua parabola umana si sia conclusa. È quanto accade ai Grandi, quelli che pensi siano imbevuti di Eterno. E in realtà è proprio così. Dario Fo, grazie alla sua Arte, sta con noi. Incantandoci ancora.

Con il suo geniale grammelot, i suoi sberleffi pantagruelici, la sua satira fustigante, il suo “Mistero buffo”, la sua lucida capacità di denudare, con la risata, il Potere. Da giullare del popolo. Giullare da Nobel.

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DARIO-FO

Novanta senza dimostrarli. Forse perché guitto, forse perché Nobel, forse perché Dario Fo.

Continua a recitare traendone piacere. E regalandone, moltiplicato, a chi lo guarda.

Per non dire della produzione di parole e disegni. Ricca e creativa. Con guizzi che vanno oltre il foglio.

Le sue commedie sono diventate dei modi di dire. Da “Mistero buffo” a “Morte accidentale di un anarchico”.

Anticonformismo, satira, sperimentazione. Con effetti stranianti nonché grotteschi. E altamente letterari.

Inoltre un grammelot padano-veneto a rendere il suo messaggio artistico divertente e dissacrante. Accompagnato da incursioni e visioni sulla realtà assolutamente acute e predittive.

Che è poi la motivazione del Nobel per la Letteratura: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.

Auguri Maestro! E grazie per il Suo sguardo obliquo e poetico sul mondo.

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franca rame

Franca Rame si è spenta.

Per ricordarla, i suoi “ingredienti” principali: teatro nel Dna familiare, impegno civile nel Dna personale, un Nobel saltimbanco per marito, ironica intelligenza nei passi della vita.

Quella vita che lei vedeva, come scrisse Dario Fo ne “Il mondo secondo Fo“, quale “una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.”

 

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