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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, 86 anni, ha dimostrato negli ultimi dodici mesi una sorprendente velocità nel rimanere collegato alla realtà”, in una parola “wired”.

Questa la motivazione con cui il mensile Wired Italia, rivista rivolta principalmente ad un pubblico giovane e hi-tech, dedica al Presidente la copertina di dicembre.

Originariamente il verbo inglese wire significa “legare qualcosa con del fil di ferro”, “installare un impianto elettrico”, “mandare un telegramma”. Ma la parola wired sta acquistando un significato più ampio, alludendo anche alla pratica del “collegamento” con le reti telematiche, ovvero alla nuova “collettivizzazione” del pensiero.

Quanto aveva già intuito negli anni ’60 il sociologo McLuhan: “Il mezzo, o il processo, dei nostri tempi, cioè la tecnologia elettrica, sta ristrutturando tutti i modelli di interdipendenza sociale, tutti gli aspetti della nostra vita individuale. Ci costringe a riconsiderare da un punto di vista pratico i pensieri, le azioni, le istituzioni, che fino a ieri davamo per acquisiti. Tutto contribuisce a cambiarci.

E pronto al cambiamento, sempre “collegato”, il nostro Giorgio Napolitano.

Wired President.

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Il 21 luglio 1911 nasceva il sociologo canadese Herbert Marshall McLuhan, il teorico del “villaggio globale”. Già nel 1964 in “Understanding Media” scriveva: “Oggi, dopo più di un secolo di tecnologia elettrica, abbiamo esteso il nostro sistema nervoso centrale fino a farlo diventare un abbraccio globale, abolendo limiti di spazio e tempo per quanto concerne il nostro pianeta.”

Ancora valida e attuale la visione di McLuhan, anche a detta del professore Derrick de Kerckhove, già suo studente e ora direttore del Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia all’Università di Toronto: “Cosa dire dello scandalo Murdoch sulle intercettazioni? Non è forse un chiaro esempio di evento da “villaggio globale”? In futuro, aveva detto Marshall, metà del mondo sarà occupata a spiare e riferire sull’altra metà. Una visione della società estremamente profetica.”

"Golconde" di René Magritte (1953)

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