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Posts Tagged ‘maturità’

Salva: niente maturità, non sono in commissione.
Guido piano, mi gusto le curve di questa collina inizio-estiva, fortuna di una scuola fuori città, paesino di cintura: finestrino giù, venticello tra i capelli lato sinistro.
Salva. Non mi hanno beccata.
E penso a un Becco Cosmico che per mia buona sorte in quel momento, credo, era voltato, non m’ha vista, ha beccato altri, mi spiace.

“La gallina volante” di Paola Mastrocola

"Uccello Cosmico" di Luca Pugliese (2003)

PS: Spiace anche a me. Quest’anno il Becco Cosmico si è voltato verso di me, mi ha visto e mi ha beccata. Risultato: sono commissario. Indago, un po’ Rex un po’ Basettoni. Indago intorno ai miei studenti e al loro grado di maturazione. Quindi per una decina di giorni sono anche un po’ agricoltore…

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Operatore relazionale, epicicloide, numero trascendente, dominio, calcolo differenziale, bisecante, analisi funzionale, arcocotangente, curva gaussiana, gradiente, corrispondenza biunivoca, cosinusoide, algebra booleana, varianza, equazione integrale, mantissa, trigonometria sferica, cardioide, geometria euclidea, algoritmo, angolo adiacente, esacisottaedro, coordinata cartesiana, percentile.
Se a voi questi termini non rimandano a complesse formule maya piuttosto che all’antico linguaggio aramaico, complimenti! Per voi la matematica non è un’opinione. Oppure…
Oppure siete molto vicini a qualcuno che oggi sostiene la seconda prova di maturità al liceo scientifico o indirizzi affini. E allora, in bocca al lupo!

 

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Esami di Stato al via!

Ci siamo ragazzi! La “notte prima degli esami” è ormai alle spalle. Tutte le ansie sono con voi, per mano e a braccetto. Tutte le conoscenze e i metodi acquisiti in anni di studio sembrano non rispondere all’appello. E mentre si fa ingresso nella propria scuola, quella di sempre, essa appare improvvisamente sconosciuta, distante, davvero istituzionale. I compagni li vedi e non li vedi, le gambe sembrano di gesso, i vocabolari di marmo, e la corsa per il “banco giusto” è il primo step che consideriamo indispensabile.
E poi tutto rotolerà come una pallina lungo un piano inclinato, in modo inevitabile ma più dolce del previsto. Richiesta documenti, distribuzione fogli, ultime raccomandazioni, ancora l’ansia che sale (“ma ci sarà un tema che potrò affrontare?”), prime certezze che si affacciano (“ma ho sempre scritto in modo sufficiente, non è ancora matematica, è un tema!”), e infine prende la scena la serena consapevolezza di chi sente di aver svolto compiutamente la propria preparazione.
Si sente vociferare nei corridoi, rumore delle fotocopiatrici al nastro di partenza, i prof hanno saputo le tracce del Ministero. Chissà… Chissà se è uscito il tema che rimbalzava in “rete”, chissà se la scelta è caduta sull’autore che la prof sentiva, chissà se c’è il mio argomento preferito, chissà…
Arrivano le tracce, ci siamo, ci sarà qualcosa anche per me… E si comincia, entrando in quelle sei ore che sembrano dapprima infinite e poi cortissime: la lettura dei documenti, la scelta, la scaletta, la scrittura, il titolo, l’ortografia, la bella copia, l’ultima lettura… e poi… e poi consegno.
Le ore sono sfilate via come quelle degli appuntamenti importanti, con le lancette che sembrano girare più veloci, i quadranti che si liquefanno, come ci ha insegnato Dalì coi suoi orologi “molli”. E quello che rimarrà di questa “storica” giornata sarà il titolo che l’artista diede ai suoi disfatti orologi, “La persistenza della memoria”.
Già, traccia mnestica indelebile quella del primo giorno di “maturità”, tema di italiano.

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