Se il mondo, come dicono, si divide tra gufi e allodole, io non rientro tra gli uccellini del mattino.
Prima che riesca a ristabilire le coordinate di navigazione il sole ha già svolto parte del suo lavoro. Il mio interno pilota automatico, pur aiutandomi, non mi regala la meraviglia consapevole su quanto vedo. Così il più delle volte rinuncio ad albe, rugiade, et affini. Dell’aurora neanche a parlarne.
Ma quando accade che la mia parte gufetta si svegli anzitempo eliminando il pilota automatico, allora capisco la fetta di mondo che perdo, quel silenzio fresco del mattino che sta ad un passo dal rompersi nel fragore del giorno pieno, e che trovo magicamente raccontato dalle gocce di rugiada che vanno disfacendosi, parlando a bassa voce, su un filo d’erba.