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Posts Tagged ‘Massimo Troisi’

Siamo nei giorni del ricordo del grande Massimo Troisi, che avrebbe compiuto 70 anni il 19 febbraio e che a breve rivedremo in sala con il docu-film “Laggiù qualcuno mi ama”, omaggio di Mario Martone all’attore napoletano più amato dopo Edoardo De Filippo e Totò.

Se ne andava, per quel cuore malato, alla fine delle riprese de “Il postino”, in cui si rende esplicito il suo essere poeta della vita, capace di raccontarne felicità e fragilità. Insieme a quello sguardo un po’ sornione, tanto malinconico, che lo aveva reso celebre.

I titoli dei suoi film condensano la sua filosofia di vita e il suo rapporto col pubblico: “Ricomincio da tre”, “Scusate il ritardo”, “Le vie del Signore sono finite”, “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, fino a “Non ci resta che piangere” insieme ad uno strepitoso Benigni in un surreale viaggio nel tempo con Leonardo e le sue invenzioni.

Il suo vestire ed essere Pulcinella nasce da ragazzo, e della maschera amava, come ricordava lui, “l’imbarazzo, la timidezza, il non sapere mai da che porta entrare e le sue frasi candide“. Quel modo di essere che lo fa conoscere al grande pubblico televisivo nel 1977 con “La smorfia” insieme agli amici Lello Arena ed Enzo Decaro nel programma “No stop”, intuizione anti-narrativa del geniale regista Enzo Trapani.

E Troisi c’era già tutto, parlare strascicato quasi incomprensibile ma mimica universale, calzamaglia nera, follia quasi surrealista dell’improvvisazione. Iniziando un viaggio breve ma denso che lo renderà, attraverso un talento immenso, eterno folletto, poeta bambino.

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pino daniele

A me me piace ‘o blues e tutt’e 
journe aggio cantà’
pecchè so stato zitto 
e mo è ‘o mumento ‘e me sfuca’.”

Da “A me me piace ‘o blues” di Pino Daniele (Napoli, 19 marzo 1955- Roma, 4 gennaio 2015)

Ps: tacciono la sua voce e la sua chitarra. E con loro si fanno silenziosi i ricordi di ciascuno legati alle sue canzoni.

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Eduardo-De-Filippo

A trent’anni dalla scomparsa del drammaturgo partenopeo Eduardo De Filippo, per tutti Eduardo, viene ricordata la sua eredità, densa e viva.

Alcune sue commedie sono diventate dei modi di dire proverbiali, da “Gli esami non finiscono mai” a “Napoli milionaria”. Che dire poi del famoso “Ha da passà ‘a nuttata“? Adottando il parlato popolare Eduardo ha elaborato una lingua teatrale che ha travalicato il napoletano rendendolo lingua universale, e facendo del teatro dialettale un “teatro d’arte”. Una lezione messa a frutto dalla mimica di Massimo Troisi e dal  grammelot del Premio Nobel Dario Fo.

Scegliere un suo estratto per rendergli omaggio non è semplice, anche se la sua capacità di “scolpire” situazioni minime della vita sembra toccare uno dei suoi vertici descrivendo, nella commedia “Questi fantasmi”, la preparazione del caffè, che da autentico napoletano diviene rito: “Sul becco [della caffettiera napoletana] io ci metto questo “coppitello” (cappuccio) di carta [in modo che] il fumo denso del primo caffè che scorre, che è poi il più carico non si disperde. Come pure… prima di colare l’acqua, che bisogna farla bollire per tre quattro minuti, per lo meno, …nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata, …in modo che, nel momento della colata, l’acqua in pieno calore già si aromatizza per conto suo“.

E chi ascolta comincia, somma bravura dell’autore, a sentire in quelle parole l’aroma del caffè…

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massimo-troisi-638x425

Caro Massimo,

te ne andavi, quatto quatto, vent’anni fa. Lasciandoci storditi, e poi addolorati.

Perché la tua “maschera” attorale coincideva con quella esistenziale, che col mondo giocava leggero perché leggero giocava con sé.

Così leggero che mettevamo da parte la possibilità che la tua fisica fragilità giocasse invece pesante.

Lasciando a noi, più soli e smarriti, il ricordo nostalgico della tua incantata e profonda leggerezza. Con cui rendevi lievi le paure di ciascuno intorno ai sentimenti.

Facendoci ridere, per poi sorridere, e infine pensare.

Ps: visto che sei diventato “Il postino” per antonomasia, chissà se questa lettera ti raggiungerà…

 

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