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Posts Tagged ‘Marco Missiroli’

I rumors dicono che il vincitore del Premio Strega di quest’anno dovrebbe essere, dopo due volte da secondo, Antonio Scurati col suo “M. Il figlio del secolo”, il racconto documentato su Benito Mussolini negli anni 1919-1925.

Ad insidiarlo Marco Missiroli con “Fedeltà”, già premiato col Premio Strega Giovani, romanzo su un presunto tradimento matrimoniale e su due interrogativi: quanto siamo fedeli a noi stessi e quanto infedeli agli altri.

Se i giochi sembrano già avviati, il possibile terzo potrebbe diventare a sorpresa primo. Si tratta di Benedetta Cibrario con “Il rumore del mondo”, racconto di un viaggio nell’Europa di metà Ottocento, tra Londra e il Piemonte.

Nella cinquina dei finalisti anche Nadia Terranova e il suo “Addio fantasmi” che narra un ritorno nella casa della propria giovinezza, luogo/tempo di assenza paterna.

E infine, last but not least, Claudia Durastanti con “La straniera”, la storia di una famiglia nei suoi spostamenti e nelle sue voci, sentendosi sempre stranieri.

La parola finale ai giurati questa sera nel suggestivo Ninfeo di Villa Giulia a Roma.

Ps: ha vinto, come da copione, Antonio Scurati, di cui segnalo una delle sue prime opere, il romanzo “Il sopravvissuto”, cronaca di un esame di maturità dai contorni oscuri, con un colpo di scena superbo e terribile.

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Titolo e copertina rischiano di essere fuorvianti. O, meglio, non comprensivi del tutto.

Perché “Atti osceni in luogo privato”, Premio Mondello 2015,  è la storia di Libero Marsell, del suo approccio alla vita, della sua conoscenza del mondo, erotico-intellettual-amicale. In una parola, vitale.

E’ la storia cioè di quanto nella vita si incespica, si cammina, si impara, si ama, si perde, si conquista.

Mi è rimasto addosso che siamo permeati, e molto, di chi ci è stato intorno. E di chi abbiamo voluto intorno.

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La collina del vento di Carmine Abate, Nel tempo di mezzo di Marcello Fois, Più alto del mare di Francesca Melandri,  Il senso dell’elefante di Marco Missiroli, e Tutti i colori del mondo di Giovanni Montanaro rappresentano la cinquina finalista del Campiello, prestigioso premio letterario nato 50 anni fa per volere degli industriali del Veneto al fine di incentivare e diffondere il piacere per la lettura.

La traccia caratterizzante i cinque romanzi finalisti di quest’anno sembra essere il racconto di esistenze che devono trovare il loro senso: attraverso ricordi condivisi su una collina ionica battuta dal vento, passando in un tempo di mezzo per approdare in un futuro nuovo, scoprendo inaspettate verità in un carcere più alto del mare, proteggendo a costo di tutto i legami affettivi come fa l’elefante, riconoscendo il destino ancora incompiuto di un grande pittore e dei suoi colori.

Carmine Abate con il suo racconto sulle “radici” si è aggiudicato il SuperCampiello. Buona lettura a tutti!

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