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Posts Tagged ‘Marcia su Roma’

C’è chi si ostina nel fastidio (“parliamo ancora di fascismo?“), chi invece rievoca con qualche nostalgia (pochi ma pericolosi), chi infine sente giustamente un dovere morale ricordare quel 28 ottobre 2022, “una data funesta – come ha detto Liliana Segre – della storia italiana, che segna l’inizio del fascismo, la più grande sciagura della storia nazionale del secolo scorso“.

Non dimenticare gli eventi storici, cercando di comprenderne le cause, è buona e doverosa pratica che va insegnata alle nuove generazioni in una sorta di passaggio del testimone. Affinché le democrazie, sempre fragili, sempre in divenire, possano sviluppare anticorpi stabili verso possibili sottrazioni di libertà ed uguaglianza.

Anche il cinema, attraverso il documentario “Marcia su Roma” del pluripremiato regista Mark Cousins, con archivi inediti ferma la riflessione su quell’evento epocale, l’ascesa al potere di Mussolini e la sua Marcia su Roma nel 1922, che innescò una catena di accadimenti sempre più tragica. Influenzando poi molte delle tirannie mondiali dal XX secolo in avanti.

Ricordare, senza relegare un tale episodio a fenomeno di contorno, è necessario. Anche per l’esecutivo di un Paese. Di qualsiasi parte politica esso sia.

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La vertigine è la sensazione che alcuni di noi stanno provando di fronte all’insediarsi del governo Meloni, dopo aver già provato un leggero sbandamento di fronte alla nomina dei Presidenti di Senato e Camera.

Il centenario dalla “Marcia su Roma” rende poi surreale quanto sta avvenendo. Ma procediamo con “ordine”, come piace al nuovo corso.

Intanto chapeau a Giorgia Meloni per essere riuscita a sfondare il tetto di cristallo, diventando la prima donna premier in Italia. Peccato che le donne ministro del suo governo siano davvero poche, seppur con nomi di peso. O meglio sono i nomi dei ministeri a rievocarci pagine già scritte di Storia.

Si va da quello della “Famiglia e Natalità e Pari Opportunità”, che nella “natalità” sembra richiamare inviti novecenteschi a procreare, a quello di “Istruzione e Merito”, in cui il “Merito” profuma appena un po’ di “Ventennio”. Che pensare poi di “Sport e Giovani” e “Imprese e Made in Italy”? Benvenuti in populismo e autarchia.

Sorvoliamo sul ministero della “sovranità alimentare”, insieme all’Agricoltura, prendendo per buono l’esempio francese. Con la speranza che il richiamo a Trump sia solo un pensiero malizioso di noi nostalgici delle frontiere aperte e delle libertà condivise.

Ci sono poi i ricorsi storici più recenti con il leitmotiv “conflitto di interessi” in gran ripresa, grazie alle spiagge di Santanchè (al Turismo) e all’industria bellica di Crosetto (alla Difesa). Ma sono dettagli. Allo stesso modo di quelle lievi tracce di nepotismo sparse qua e là, tanto quanto basta come il sale in cucina.

Sulla Costituzione Italiana, saldo baluardo alla salvaguardia dei diritti di tutti, i neo ministri hanno comunque giurato. L’augurio è che l’esecutivo tutto se ne ricordi quando porrà mano ai propri atti di governo.

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