A leggere le cronache del 2015 – autunno, un lettore del futuro vi troverebbe la pioggia cattiva e torrenziale che trascina con sé tutta la vita che incontra, falcidiandola. Rendendo mortifero e opaco l’azur della costa francese.
Scoprirebbe poi che quanto è lì sopravvissuto viene del tutto distrutto dall’uomo, contrapposto al suo simile/diverso. Usando coltelli sui fratelli. E bombe nell’antica e bella Mesopotamia. Chi lancia ordigni isolato, chi comandato.
E a contorno, si fa per dire, leggerebbe di monopoli, ruberie, diritti calpestati, povertà. Miserie umane. Forse solo miserie, in cui l’umano si è perso altrove.
Il lettore del futuro, a tal punto, riflettendo sulle cronache del 2015 – autunno, direbbe, come qualcun altro secoli prima, “così va spesso il mondo, o almeno così andava nel secolo ventesimo primo.”