Adesso si scopre che non c’è più da “mangiare” per nessuno.
Quando ormai i pochi, ma “buoni”, hanno fatto gran banchetto, ai più, cioè a quasi tutti noi, non resta che sparecchiare.
Accontentandoci di qualche briciola rimasta.
Posted in Riflessione, tagged banchetto, italia, mangiare, politici, poveri, ricchi, soldi, spese, tasse on 28 Maggio 2013| 3 Comments »
Adesso si scopre che non c’è più da “mangiare” per nessuno.
Quando ormai i pochi, ma “buoni”, hanno fatto gran banchetto, ai più, cioè a quasi tutti noi, non resta che sparecchiare.
Accontentandoci di qualche briciola rimasta.
Posted in Incipit, tagged arte, cucina, mangiare, Pellegrino Artusi, scienza on 21 novembre 2011| 6 Comments »
“La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.
Diffidate dei libri che trattano di quest’arte; sono la maggior parte fallaci o incomprensibili, specialmente quelli italiani; meno peggio i francesi; al più al più tanto dagli uni che dagli altri, potrete attingere qualche nozione utile quando l’arte la conoscete.
Se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino, non credo sia necessario, per riuscire, di nascere con una cazzeruola in capo; basta la passione, molta attenzione e l’avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine, ché questa vi farà figurare.”
“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi
Posted in Incipit, tagged Banana Yoshimoto, cucina, frigo, Kitchen, mangiare on 14 settembre 2011| 5 Comments »
“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.
Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire.
Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po’ arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.”
“Kitchen” di Banana Yoshimoto