“Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla […] I vizi di questo Paese sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.” – Da “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini
Le opere di Pasolini appaiono oggi, nel 2015, descrizioni lucide del presente. Nonostante siano trascorsi quarant’anni dalla sua morte.
Il suo occhio interno, profetico e corsaro, sembrava anticipare, come solo le menti geniali, quanto poi sarebbe avvenuto sotto i nostri occhi meno attenti e più opachi. E forse anche meno coraggiosi.
Ps: in dedica a lui e a chi è Altrove,
“Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.”
(da “Antologia di Spoon River” di E.L.Masters)