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Posts Tagged ‘Mamma Roma’

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Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla […] I vizi di questo Paese sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.” – Da “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini

Le opere di Pasolini appaiono oggi, nel 2015, descrizioni lucide del presente. Nonostante siano trascorsi quarant’anni dalla sua morte.

Il suo occhio interno, profetico e corsaro, sembrava anticipare, come solo le menti geniali, quanto poi sarebbe avvenuto sotto i nostri occhi meno attenti e più opachi. E forse anche meno coraggiosi.

Ps: in dedica a lui e a chi è Altrove,

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

(da “Antologia di Spoon River” di E.L.Masters)

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Il 26 settembre 1973 ci lasciava un’icona della storia del cinema, Anna Magnani, chiamata affettuosamente Nannarella.

E’ stata la prima attrice italiana ad aver vinto l’Oscar, nel 1956 per il film “La rosa tatuata”, ma era già divenuta famosa nel 1945 per l’interpretazione intensa e commovente nel film manifesto del Neorealismo, “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, film in cui Anna Magnani entra di diritto in una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, sequenza che si conclude con la drammatica uccisione del suo personaggio, la ‘Sora Pina’, da parte dei mitra nazisti.

Ha lavorato con i mostri sacri del nostro cinema, da Luchino Visconti, con cui interpreta la madre sognatrice ma dignitosa di “Bellissima“, a Pier Paolo Pasolini nel cui film “Mamma Roma” tratteggia, attraverso la figura di una prostituta, l’umanità disagiata che sogna il proprio impossibile riscatto sociale.

Alla sua morte, come disse Eduardo De Filippo, “Tutti i selciati di Roma hanno strillato. Le pietre del mondo li hanno uditi“.

Come quel suo grido disperato in Roma città aperta, che aveva fatto scrivere al poeta Ungaretti: “Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato“.

Così Nannarella resta nel nostro immaginario.

anna magnani

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