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Posts Tagged ‘Londra’

London, Hampstead, North End Old Houses

Ormai è ufficiale. Amo Hampstead.

Villaggio e collina, strade e colori, pub e casette.

Nonché il suo ritmo lento e gentile a poche fermate dal frenetico fluire di Oxford Street.

E per quell’aria antica, romantica e retrò, la stessa che hanno respirato in quel quartiere londinese Keats, Freud, Fleming, Byron.

Che dire poi di quella sterminata brughiera su cui sembra di veder passeggiare Jane Eyre?

Yes, I love Hampstead.

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"Equanimity " di Chris Levine e Rob Munday (2012) - National Portrait Gallery, London

“Equanimity ” di Chris Levine e Rob Munday (2012) – National Portrait Gallery, London

Oggi, 9 settembre 2015, la regina Elisabetta II diventa la Sovrana britannica che ha regnato più a lungo nella storia d’Inghilterra, superando la regina Vittoria.

Nessuna celebrazione ufficiale, come nel suo stile understatement.

Ma un pezzo di Storia è ormai scritto.

Ps: Per la storia più piccola ci pensa Madame Tussauds con un vestito tutto nuovo. Minimalia destinate a noi umani.

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londra-

Ricordando il “buio” di quel giorno.

Augurandoci un clima di “sole”.

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Opera di Banksy

Opera di Banksy

E così anche un artista di strada, seppur quotatissimo come Banksy, può essere messo sotto vetro.

Come la misteriosa Gioconda e la più prosaica conserva.

I suoi stencils sono diventati talmente di culto da essere rubati insieme al relativo pezzo di muro.

Così molte delle sue opere sono ora preservate da un vetro.

Facendo della street art un pesce nell’acquario.

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magrelli

Libro all’apparenza “strano”, nel primitivo senso del termine. “Estraneo”, cioè “fuori dal conosciuto”, quindi “etranger“-“straniero”.

In effetti già il titolo appare “strano”: “la lingua restaurata e una polemica – otto sonetti a londra“. Una commistione/ibridazione/gioco libero, che è poi il libro stesso.

Partendo da 12 prose/quadri su 12 luoghi di Londra che il Poeta rende concretamente eterei e bellissimi, il libro osa poi una variatio intorno al concetto di “restauro” dell’arte, sia essa colore o lingua. Spunta anche una discussione politica tra Machiavelli e il “Tenerissimo”, alias l’autore stesso, sulle sorti dell’Italia.

Libello non semplice ma bello, soprattutto per il gioco ardito sul sonetto, composto/tradotto/scomposto, che ne fa un’autentica chicca per i linguisti e i curiosi. E gli omissis di copertina, tratti neri di pennarello su parole, non tolgono/coprono/nascondono. Bensì aprono spiragli/riflessioni/fantasie. Perché, come scrive Magrelli, “in poesia, il meno è il più“. Così il Poeta, in sottrazione, toglie patina alla lingua e ai pensieri. Facendosi restauratore.

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paddington

Un film che ha tutti gli ingredienti per incantare il pubblico, più o meno piccino.

Una London invernale che fa apprezzare la home sweet home dei Brown, la famiglia protagonista.

Un albero di ciliegio pitturato tra i due piani della casa suddetta, che ad arte perde e riprende i suoi fiori, e che fa sognare anche il più realista degli spettatori.

E su tutto un incantevole orsetto, Paddington, che ci ricorda la tenerezza, la buona educazione, la nostalgia, la gratitudine. E la capacità di riorganizzare la propria vita, anche quando tutto sembra contro. Avendo fiducia negli altri e in se stessi.

Insomma, una magica “Epifania”. Per “illuminare” the new year!

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Non so voi, ma io adoro, I love, la serie televisiva “Downton Abbey“.

Mi sono interrogata sul perché. Sicuramente la mia anglofilia gioca la sua parte. E l’ottima recitazione insieme all’ambientazione d’effetto fanno il resto. Però ho capito che io amo actually quei modi di rivolgersi gli uni agli altri. Con i quali, anche ai cosiddetti “piani bassi”, si era soliti comunicare, ovvero senza la truce volgarità di questi tempi barbari. In cui ad ogni parola si intercala una scurrilità, ormai sdoganata ovunque.

Ecco perché mi piace “aggirarmi” per quella dimora, origliando i loro discorsi. In punta di piedi, per non disturbare neppure la cucina in cui si serve, anche lì in maniera impeccabile, una tazza di tè. English, of course.

Ps: la colonna sonora è la ciliegina su questa sontuosa cake

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Da qualche giorno i mezzi di comunicazione si stanno occupando di uno spot natalizio britannico, uno short movie di notevole effetto cinematografico, complici le conosciute note “Stille Nacht” e il paesaggio innevato di una fredda trincea della Grande Guerra. Ed è proprio la musica a “corrispondere” tra loro due soldati, uno tedesco e uno inglese, che a mani alzate tra il filo spinato, avvicinandosi uno alla linea nemica dell’altro, segnano la tregua per il breve armistizio del Natale: condivisione del rancio, partita di pallone, scambio di foto. E di giubbe. Così che il soldato tedesco scopre la tavoletta di cioccolato che al soldato inglese era stata inviata da casa dalla sua fidanzata. Una scritta appare, “Christmas is for sharing”, Natale quale festa della condivisione, seguita dal marchio dei magazzini londinesi Sainsbury. Che per l’occasione venderanno ad una sterlina una cioccolata uguale a quella del film, in confezione identica a quella originale del 1914, i cui proventi saranno devoluti alla British Legion, l’associazione dei veterani di guerra.

Mossa pubblicitaria? Certo, ma di forte impatto artistico/comunicazionale visto che nelle prime dodici ore di uscita del video le visualizzazioni sono state venticinquemila. Non di minor conto il fatto che lo spot ricrei lo scenario del Natale 1914, ricordando così a tutti noi quale ecatombe umana sia stata quel conflitto mondiale che era solo agli inizi.

Forse per questo motivo vedendo quei soldati ci si commuove, dimenticando la pubblicità. Vedi quei soldati che tornano per un giorno a fare i ragazzi, quali erano. Sapendo noi, del secolo successivo, che non avrebbero avuto poi altro tempo per fare i ragazzi.

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Dante Gabriel Rossetti, "L'amata (la sposa)" - 1865

Dante Gabriel Rossetti, “L’amata (la sposa)” – 1865

Ultimi giorni a Torino per una mostra di forte impatto estatico oltreché estetico.

Dipinti bellissimi, un’autentica “Utopia della bellezza” come recita il titolo del percorso.

Ed è l’occasione per ammirare i maestri preraffaelliti fuori dalla loro sede naturale, La Tate Britain di Londra, visto che i quadri, una volta rientrati in patria, per lungo tempo non viaggeranno.

 

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Regent's Canal by Melissa Scott Miller

Regent’s Canal by Melissa Scott Miller

Tra le cartoline che porto con me del recente soggiorno londinese c’è Little Venice, una scheggia della mia amata Venezia caduta nella terra d’Albione.

La differenza dall’originale? Un profluvio di verde adagiato lungo il Regent’s Canal, su cui si dondolano sonnolente e placide le houseboats. A poche fermate di underground dal caleidoscopico caos di Oxford Street.

Londra e le sue affascinanti contraddizioni. Solo apparenti.

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