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Posts Tagged ‘Leonardo Sciascia’

“Altri volti”, mostra di Giuseppe Leone, esposta al Ragusa Foto Festival dal 29 giugno al 15 luglio 2012.
Leonardo Sciascia. © Giuseppe Leone

A 100 anni dalla sua nascita, Leonardo Sciascia sta nel presente in modo attuale. Persistente come certa memoria civile che ci ha insegnato a coltivare.

Con la sua scrittura analizzava e denunciava. Combattendo attraverso la penna per tentare di cambiare il mondo nella sua sete illimitata di profitti.

La scrittura – diceva – non è orpello né belletto, ma strumento di conoscenza, di lotta, di redenzione. È arma con la quale combattere ingiustizie, sopraffazioni, imposture: pazienza se il divertimento di molti lettori ne sarà sacrificato.”

Insegnando in realtà ai suoi lettori a non voltare mai lo sguardo di fronte alle storture sociali. Divenendo, da “Il giorno della civetta” a “L’affaire Moro”, un modello di scrittura civile. Necessario a futura memoria.

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Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già, oltre Roma…

Leonardo Sciascia, da “Il giorno della civetta” (1961)

Ps: sempre attuale, a trent’anni dalla sua morte, la lezione di Leonardo Sciascia. Per imparare dal ricordo (“se la memoria ha un futuro”).

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Ad una prima e sommaria lettura delle tracce del tema di maturità di quest’anno, viene da chiedersi: “Perché tanta insistenza, addirittura enfasi, sulla Storia?”. Forse per le critiche addotte da più parti intorno alla “sparizione” del tema storico?

Sarà un caso che la tematica della lotta alla mafia, contenzioso che ha portato il Ministro degli Interni a non partecipare quale istituzione alle celebrazioni per il 25 aprile, sia presente in ben due tracce, peraltro con nomi di caratura eccezionale, dal sacrificio sul campo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa alla scrittura civile di Leonardo Sciascia?

Sarà un caso ricordare e sottolineare il rapporto tra lo sport e lo Stato, peraltro attraverso un Grande Giusto quale il ciclista Gino Bartali, quando si sa che tale rapporto fa correre il comune pensiero in una precisa area storica?

Sarà un caso trovare, quale autore per l’analisi del testo, il Poeta Giuseppe Ungaretti, peraltro sublime nella disamina del “naufragio universale”, che aderì nel 1925 al fascismo, firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti?

Sarà un caso che il testo argomentativo sul patrimonio culturale parta proprio da quel pensiero di Tommaso Montanari, peraltro ottimo a parte le ultime storture dichiarate sul Maestro Zeffirelli, valorizzante vivaddio la Storia (“Entrare in un palazzo civico, percorrere la navata di una chiesa antica, anche solo passeggiare in una piazza storica o attraversare una campagna atrofizzata vuol dire entrare materialmente nel fluire della Storia“)?

Sarà un caso che il testo argomentativo storico-politico riguardi una riflessione di Corrado Stajano, peraltro fine e acuto giornalista, sugli eventi del Novecento e sul conseguente senso di smarrimento di fronte al nuovo che avanza?

Sarà ancora un caso che il testo argomentativo tecnico-scientifico prenda avvio proprio dalla riflessione di Sloman e Fernbach sull’illusione della conoscenza, peraltro davvero illuminante, in quella parte in cui ci ricordano la possibilità, sempre presente, di inventare atrocità che distruggono l’uomo?

Sapete che succede? Che per questa maturità non svolgo alcun tema. Consegno in bianco e ripeto l’anno. Amen.

Ps: Maestro Camilleri resisti! Urge la tua parola…

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venerdì 13

Giornata particolare quella odierna. E si può decidere da quale parte stare.

Se con la cultura anglosassone e la paura del numero 13, dichiarandoci triscaidecafobici. O viceversa con la cultura cinese che lo considera numero fortunato.

Oppure, con un coup de théâtre, potremmo considerare la possibilità di rinominare tale giornata venerdì 12+1, prendendo spunto dal geniale Leonardo Sciascia che titolò un suo libro “1912+1“.

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Foto di Ferdinando Scianna

Foto di Ferdinando Scianna

Qualche giorno fa al Circolo dei Lettori di Torino il fotografo Ferdinando Scianna ha presentato un piccolo volume, “Lettori”, dell’editore Henry Beyle su una serie di sue fotografie intorno al leggere, un cammino che dura una vita. Non è infatti un caso che si cominci con un fermo immagine di due bambini intorno ad un abbecedario, con quel tipico movimento fisico iniziale che tutti noi umani abbiamo quando cominciamo a decrittare i segni grafici, col dito a farci da guida insieme agli occhi sul testo scritto. Da lì comincia il viaggio di ogni lettore.

Ferdinando Scianna ha sottolineato come sia spesso il caso a guidare le foto. Ma davanti alle sue fotografie si rende palese la descrizione che ne diede il suo amico Leonardo Sciascia: “È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile.

Quello stile che apertamente rimanda al suo maestro Henri Cartier-Bresson, che lo introdusse, unico fotografo italiano, nella prestigiosa agenzia fotografica “Magnum Photos”. Rendendolo celebre, ma sempre aderente al suo dettato: “Io credo che il fotografo sia un lettore del mondo e che le immagini siano ricevute. Quando Glenn Gould suona Bach non è Bach, lo interpreta. Il mondo scrive l’immagine: il fotografo l’interpreta.

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