Agli indaffarati, agli stanchi, agli stressati, insomma a tutti noi, l’augurio che il Natale sia una pausa buona e lenta per risintonizzarci con la nostra più intima essenza.
Buon Natale a tutti i viaggiatori di espress451!
Posted in Pausa, tagged 25 dicembre, auguri, essenza, lentezza, nascita di Gesù, Natale, Natività, natura on 23 dicembre 2022| 6 Comments »
Agli indaffarati, agli stanchi, agli stressati, insomma a tutti noi, l’augurio che il Natale sia una pausa buona e lenta per risintonizzarci con la nostra più intima essenza.
Buon Natale a tutti i viaggiatori di espress451!
Posted in Attualità, tagged avvitamento, cronaca, cura, deviazione, frastornare, frastornati, lentezza, velocità on 2 agosto 2022| 4 Comments »
Il “frastornare” è “un deviare avvitato”. E “frastornati”, cioè “deviati in avvitamento” dal percorso logico e consueto, ci sentiamo a leggere gli ultimi e dolorosi fatti di cronaca di questi disgraziati tempi.
Madre che lascia la figlia, venti mesi, da sola a casa per andarsi a divertire (“volgersi altrove”, la “deviazione” appunto) col fidanzato. E intorno l’ “avvitamento”: nessuno che si ponesse domande sulla non presenza nel mondo di questa bambina, Diana, vera figlia della Luna.
Ragazzo che si schianta con l’auto ai 300 all’ora mentre un amico (?) lo filma (la “deviazione”) per un video sui social. Quasi un videogioco. E poi lo scarto ulteriore, l’ “avvitamento”: ai funerali festa con champagne e fuochi d’artificio, con lo sgommare di auto potenti quale ultimo omaggio sacrale.
Uomo che uccide, in pieno giorno e in pieno centro, un mendicante in preda ad una immotivata furia omicida. La “deviazione”. E intorno tutti filmano l’accadere, come in preda ad un “furor filmandi”, nuovi “Serafino Gubbio operatore” di pirandelliana memoria. L’ “avvitamento”.
Sorelle adolescenti che uscendo dalla discoteca all’alba, con i riflessi ovviamente stanchi, “deviano” per la stazione, luogo in cui l’attenzione è un sottotitolo non detto. E l’ “avvitamento” sta in quel trascinarsi stanco verso i binari con un treno pronto a travolgerle nella sua corsa, senza che chi le aveva notate le fermasse per una salvifica sosta.
Cosa manca? Difficile a dirsi. Forse la cura di chi è sulla “soglia” dell’evento. Forse la lentezza degli eventi stessi. Perché “frastorna” la velocità con cui tutto accade e precipita. Senza la possibilità di un ripensamento, di una riflessione. Facendo, purtroppo, tabula rasa. Di tutto, dell’uomo e della sua innata fragilità.
Posted in Riflessione, tagged arrivo, avvento, calendario, Calendario dell'Avvento, corsa, lentezza, Natale, tempo on 1 dicembre 2019| 1 Comment »
In questa corsa frenetica e rutilante che ha assunto il Tempo, e noi umani assurdamente dietro, una sola richiesta, quasi pretesa.
Che l’Avvento sia sincero, condiviso e gioioso. Ma soprattutto lento. Per assaporarne il senso.
Posted in Arte, tagged "Mirò! Sogno e colore", artista, giardiniere, Joan Mirò, lentezza, Palazzo Chiablese, The garden, torino on 29 gennaio 2018| 1 Comment »
Ultimi giorni per la pregevole mostra “Mirò! Sogno e colore” a Palazzo Chiablese di Torino.
Diceva Joan Mirò: “Lavoro come un giardiniere o come un vignaiolo. Le cose maturano lentamente“.
Perché abbiamo tutti dimenticato il valore della lentezza? Per non dire dell’attenzione, dell’applicazione e della fiducia nel proprio lavoro svolto con impegno?
Oltre il geniale artista, oltre il semplice giardiniere. Oltretutto.
Posted in Riflessione, tagged bianco, lentezza, neve, pensiero, tempo, torino on 3 febbraio 2012| 7 Comments »
Dopo sei giorni di neve su una Torino novella Pietroburgo, il mio sguardo sta imparando a percepire la gamma labile di sfumature del colore bianco e il mio passo si sta trasformando in quello da astronauta attento al punto successivo su cui appoggiare il piede.
E così il mio pensiero si è preso una vacanza. Cioè ha cominciato ad assentarsi dal suo lavoro quotidiano e a tratti automatico, perché impegnato a soffermarsi su inedite forme, su tempi dilatati, su espansi silenzi. Entrando in una dimensione antica, quasi atavica, che tocca interne corde mistiche, quelle che ciascuno di noi custodisce con cura, ma che questo affannato tempo storico spesso non ci permette di ascoltare. Ponendoci infine in contatto con il nucleo più profondo di noi.
In modo lento e inesorabile. Come il ritmo con cui cade la neve.