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Posts Tagged ‘Italo Calvino’

Nei momenti in cui il regno umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.”

Da “Leggerezza”  (“Lezioni americane”) di Italo Calvino

Ps: quella leggerezza che è, tra l’altro, naturale dirittura morale, attenzione all’altro, capacità di visione universale, gentilezza di gesti e parole. Oggi quasi utopia, eppure…

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Perché il mondo, quello umano intendo, sembra aver mutato drasticamente il suo peso specifico?

Perché la leggerezza appare ormai impraticabile oltre che poco sostenibile per l’uomo?

Forse perché “leggerezza”, Calvino docet, “è planare sulle cose dall’alto“. Con effervescente e intelligente profondità.

Ps: a proposito di leggerezza, auguri speciali a Franca Valeri, “ragazza” dal passo e dal cuore leggero…

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Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.” – Italo Calvino

Sono trent’anni che lo scrittore Italo Calvino ci ha lasciato.

La sua lezione sulla leggerezza riecheggia però ancora oggi nella pesantezza delle stanze del vivere.

Regalandoci il senso profondo e leggero della sottrazione.

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Poche sere fa ho assistito ad una lezione-spettacolo teatrale in cui Giorgio Albertazzi, dall’alto dei suoi novant’anni, ha tenuto la scena in modo non solo sublime ma anche “leggero”, di quella leggerezza su cui tramava il testo. E se la struttura era data dalle “Lezioni americane” di Calvino, la resa finale portava l’attorialità del Maestro Albertazzi.

Ha insistito sul concetto, a me particolarmente caro, della “leggerezza”, che non è “superficialità”, anzi, per essere tale la leggerezza deve passare attraverso la pensosità, come diceva Calvino. E’ così che la malinconia è null’altro che tristezza che si è fatta leggera, come lo humour è il comico che si è reso leggero. Lo stesso sorriso è null’altro che riso divenuto lieve.

Ma è la neve di due poeti a rendere concreta la “leggerezza”: quella di Cavalcanti, citata da Calvino, è aria e va lieve, quella di Dante, sostenuta da Albertazzi, si posa sulla pietra per dimostrarci che è lieve e pesa. Perché l’autentica leggerezza non è piuma, che a terra è destinata a cadere, ma uccello che libra nell’aria.

Ps: nel giorno post-decadenza ho preferito ricordare che un mondo altro e alto ancora esiste e, come ha detto il Maestro concludendo la sua performance, se più persone lo crediamo possibile, tale mondo può vincere quello violento, rumoroso e volgare che ammorba il nostro tempo.

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calvino

Il 15 ottobre 1923 nasceva Italo Calvino, lo scrittore italiano più conosciuto al mondo dopo Dante.

I suoi personaggi surreali, da Marcovaldo a Palomar, sono stati miei compagni di gioco impegnato, ma è il suo concetto di “leggerezza” a farmi da bussola di scrittura, quella leggerezza a cui lo scrittore del “Barone rampante” ha dedicato una delle sue “Lezioni Americane”: “Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire. Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.

Cuba, che gli ha dato i natali, ha dichiarato l’anno 2013 “Anno di Italo Calvino a Cuba”, in occasione della sua “Fiesta del 90º compleanno”.

Ps: mi onoro di condividere con l’inventore delle “Fiabe italiane” il genetliaco nelle idi di ottobre…

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