Da una settimana la scuola ha riaperto i battenti. In presenza, come sempre. Seppure questa sia stata raccontata come una novità. O meglio, come una ripresa di usanze prepandemiche.
In realtà anche nel settembre 2020 le scuole iniziarono l’anno scolastico in presenza, esattamente come ora. Fu poi la ripresa dei contagi, in epoca pre-vaccini, a decretare chiusure e didattica a distanza. Che, pur limitata e limitante, ha però permesso di mantenere un trait d’union tra i diversi attori della comunità scuola. Facendo sì che la trama di quel tessuto reggesse. A volte addirittura con forme inedite, preludio di nuove frontiere.
Dunque, la scuola è ricominciata come sempre. Appunto, “come sempre”. Senza cambiamento alcuno, rispetto a quelli tanto strombazzati a destra e a manca. Per esempio, ma solo per citarne uno, il sistema di aerazione interna alle aule, snodo chiave in tempo Covid, è rimasto quello di sempre. Peraltro (considerando docenti e studenti poco intuitivi) con la raccomandazione da parte dello stesso Ministro di “tenere le finestre aperte”.
La scuola è ricominciata, appunto, come sempre.