È da poco uscita l’edizione arricchita dell’album quarantennale di Antonello Venditti, quello più amato, “Sotto il segno dei pesci”.
Era l’8 marzo 1978. E conteneva tutta la speranza di una generazione.
“Giovanni è un ingegnere che lavora in una radio
Ha bruciato la sua laurea, vive solo di parole
Ma tutto quel che cerca e che vuole è solamente amore“.
Riavvolgendo il nastro, malinconia a parte per le note lontane e struggenti, quelle storie appaiono sempre attuali. Soprattutto nei desideri.
E anche allora, (forse esattamente come ora),
“il rock passava lento sulle nostre discussioni”.