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Posts Tagged ‘Il diario di Anna Frank’

L’attrice Premio Oscar Helen Mirren accompagna gli spettatori nella storia di Anne Frank attraverso le parole del suo famoso diario. Il set è la camera del rifugio segreto di Amsterdam in cui la ragazzina resta nascosta dal 1942 per oltre due anni, stanza ricostruita nei minimi dettagli dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa.

In parallelo, dal campo di concentramento oggi centro di documentazione di Bergen-Belsen in Germania dove si trovano le tombe di Anne Frank e di sua sorella Margot, una ragazza del nostro tempo visita i luoghi della memoria scrivendo una sorta di diario digitale per i suoi coetanei. In dialogo costante con quel Diario, ovvero con i sogni e le paure di Anne.

Tra questi due piani, le interviste a cinque sopravvissute, tuttora in vita, ai campi di concentramento e sterminio nazisti: Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Tutte accomunate dall’essere all’incirca coetanee di Anne Frank.

Curiosa la scelta distributiva italiana. Solo tre giorni per un documentario che dovrebbe essere fruibile sempre. Soprattutto pensando a quanto sta ultimamente accadendo nel nostro Paese.

 

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Usare la foto di Anna Frank per recare offesa all’avversario sportivo è l’ultima deriva folle di una folle società alla deriva.

Una società che si nutre, o meglio sopravvive, di pane e circo. Pensando che la poesia non dia pane. Già. Perché dà molto di più. Qualcosa che viene prima del pane. Perché prima della bestia che mangia c’è l’uomo che pensa.

Rendere epiteto offensivo l’immagine di una ragazzina che, insieme a milioni di persone, non ha potuto vedere se stessa fiorire per un diabolico progetto di sterminio, ti rende incredulo. Poi ti accappona la pelle. Solo in un terzo momento ti poni razionali domande: “Di chi sono figli costoro, geneticamente e socialmente?”, “Quanti e quali libri non hanno mai letto?”, “Quanto ignorano di Anna Frank, del secolo breve e del caduco umano percorso?”.

Razza davvero barbara quella umana.

E dire che Anna Frank scriveva: “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.

Ma nell’affermare che siamo tutti Anna Frank rischiamo di raccontare l’accaduto solo nell’acqua smossa di superficie. Perché tanti ancora non hanno neppure sfiorato il suo doloroso vissuto. E tutti noi continueremo solo per difetto ad avvicinarci al suo più interno vissuto.

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