È uscito di scena definitivamente Gigi Proietti, lasciandoci ammutoliti e già orfani di quel riso lieve e profondissimo, elegante e scanzonato che riusciva a smuovere emozioni e pensieri nello spettatore, migliorandolo.
Un animale da palcoscenico, capace come pochi di usare in ogni sfumatura un camaleontico linguaggio del corpo insieme ad un’ampia gamma vocalica. Mimica e intonazione intrecciate con sapienza scenica. Istrionico in ogni ruolo, come i guitti di un tempo antico.
Sapeva catturarti anche solo attraverso uno sguardo sornione, muovendosi però su ogni registro, dal testo classico all’improvvisazione pura.
E l’ultima uscita di scena, un autentico coup de theatre. Andarsene nel giorno del suo ottantesimo compleanno, in quel giorno di nascita, il “giorno dei morti” su cui giocava sempre, “la data, eh… Viene data… “.
La stessa sottile ironia, che in lui diventava maestria, con cui riusciva a sbeffeggiare, in una famosa performance, uno chansonnier francese dicendo davvero poco, eppure facendo arrivare moltissimo.
Grazie Maestro per averci regalato arte di sublime leggerezza.
Ps: qualche giorno fa un altro grande attore, Sean Connery, ci ha abbandonati… Che fatica… Rimando al mio omaggio per i suoi 90 anni del 25 agosto scorso.