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Posts Tagged ‘grazia’

“Eterna fanciulla danzante” la definiva Eugenio Montale, ammirando le sue movenze eteree. E Carla Fracci, La Danza per antonomasia, è stata capacità altissima di racconto interiore attraverso il corpo che si libra. Con eleganza innata e rigorosa tecnica. Rendendo mosse e sublimi le emozioni a chi la guardava. Restandone ammirato, rapito ed incantato. Potendola definire di diritto “La Danza”.

Ps: quale strana e montaliana “coincidenza degli opposti” quella che ha visto il termine del viaggio terreno dell’étoile Fracci a pochi giorni dalla tragedia della funivia del Mottarone. Come se la “Grazia” fosse venuta meno di fronte a tale immane “Dis-grazia”.

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Cosa fai?”

“Mi sono chiuso fuori”.

“E perché?”

“Così sto dentro”.

In questo breve scambio di battute tra Angela e Artemio nel film “Il ragazzo di campagna” sta racchiusa tutta la comicità surreale di Renato Pozzetto. A cui si aggiunge il suo sguardo trasognato e la grazia poetica con cui porge le parole. Da attore, da cabarettista, da cantante. Da solo o in coppia con Cochi Ponzoni.

E adesso, che di anni ne ha appena compiuti ottanta, “il ragazzo di campagna” è ancora uguale a se stesso, seppur la chioma sia argentata e qualche ruga solchi il volto. La surrealtà di cui è sublime interprete continua ad essere cadenzata da gestualità delicata e parole lievi. Facendo ancora credere al suo pubblico che

E, la vita la vita
e la vita l’è bella, l’è bella
basta avere l’ombrella, l’ombrella
ti ripara la testa,
sembra un giorno di festa“.

Auguri Renato!

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In “Paterson” i giorni sembrano tutti uguali. Ma solo apparentemente.

Nel poetico film di Jim Jarmusch la quotidianità non rima con banalità. Forse per la delicatezza dei toni, forse per l’esplosione di alcuni colori, forse per la profondità di sguardo del protagonista. Che per tutta la pellicola comunica il suo modo poetico di vedere il mondo allo spettatore. Con i versi che, mentre vanno a comporsi nella sua testa, si dipanano in scrittura sullo schermo. Regalando parole preziose e grazia lieve. Non senza una sottile inquietudine.

Quella inquietudine connaturata alla vita stessa. Vita che viene personificata dal barista quando, accogliendo Paterson al bancone, gli chiede: “Come ti tratta la vita?“. Frase che ti accompagna anche fuori dalla sala. Come una pennellata di bellezza.

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anatra-mandarino

Ma se dovessi proprio dire lo stile che preferisco, dirò che è quello dell’anatra, che senza sforzo apparente fila via tranquilla e impassibile sulla corrente del fiume, mentre sott’acqua le zampette palmate tumultuosamente e faticosamente si agitano: ma non si vedono“. – Raffaele La Capria, da “Lo stile dell’anatra”.

Ogni volta che vedo delle anatre scivolare con ancestrale grazia sull’acqua ripenso a questo passo di La Capria, e a quanto tutto ciò sia metafora della leggerezza, quella di scrittura, ma anche quella di stile e di vita.

Energica fatica nello zampettare, ma senza essere visti, dando sempre, di grazia, l’impressione appunto che il fare sia leggero.

Con un giocoso esito finale e pubblico del pensiero, pur dopo tanti sforzi solitari e tormentati e spesso infruttuosi.

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wilson-aimee-glamour

Il glamour è così.

Incantevole nella sua semplicità.

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Primavera per me non è la donna
botticelliana dell’Allegoria.
Primavera per me è questa farfalla
fatta di grazia e di fragilità.

Guido Gozzano, da “Dell’aurora”

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