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Posts Tagged ‘Gran Bretagna’

È stata tanta la Regina Elisabetta II.

Per longevità, evidente.

Per dedizione alla Corona, in modo indubitabile.

Per spirito del dovere, sempre.

Ma anche per saper attraversare la Storia calandosi nel proprio Tempo. Diventando così anche un’icona, a tratti pop.

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Prometto di servire la Costituzione della nostra nazione finché sarò in vita nel Regno Unito e dovunque voi viviate. Sarò al vostro servizio con lealtà rispetto e amore“.

Carlo III, re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth – 10 settembre 2022

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Cosa ti è successo, cara Inghilterra?

Eri la Terra della Democrazia per antonomasia. Apertura e accoglienza. Incontro e possibilità.

Si approdava sulle tue coste, non così perfida Albione, per imparare la lingua lavando qualche piatto e servendo ai tavoli.

E ora tu, tanto democratica, chiudi le frontiere agli europei, facendo i distinguo su quali lavoratori saranno da te bene accolti. Ovviamente solo quelli altamente specializzati.

Congratulations! Io non ti riconosco. Per questo mi piaci molto meno. Un autentico peccato.

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La presunzione si autorigenera col potere. Ma porta con sé un effetto collaterale, il passo troppo lungo.

Convinto di essere politicamente forte, il potente di turno vuole dimostrarlo con l’asso pigliatutto. E il nostro ex premier fiorentino ne è un esempio da manuale.

Ora è il turno di Theresa May, premier britannica. Non paga della sua maggioranza, voleva di più ed è scesa in battaglia. Presumendo di uscirne rafforzata. Di fatto ne esce indebolita, pur avendo vinto.

Come Pirro,  con la sua vittoria. Perché la storia, pur non essendo sempre magistra, va tenuta presente. Insieme ad un rigenerante bagno di realtà e di umiltà.

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La giornata è storica. La Gran Bretagna ha scelto: fuori dall’Unione Europea. Un autentico terremoto per il vecchio continente, con onde di propagazione in ogni dove.

I sondaggi dicevano di un Paese diviso, ma lievemente sbilanciato pro Remain. Anche le Borse avevano scommesso sullo status quo della situazione.

Poi i dati reali, con un’affluenza del 72,2%, segno che i cittadini hanno sentito la chiamata quale momento storico per esprimersi. E infine, alle prime luci dell’alba, lo spoglio delle schede mette a fuoco la scelta britannica facendoci svegliare col dato nudo e crudo: Brexit ha vinto. L’impensabile è accaduto.

Ora tutto sarà diverso. Non solo dal punto di vista economico, capitale umano/ spostamenti/ trattati/ scambi, ma anche da quello politico. Da oggi infatti bisognerà fare i conti con un’Europa più piccola e meno forte ma anche con un potenziale effetto domino da parte di altre nazioni europee, in primis Olanda e Danimarca.

Quell’Europa nata sulle macerie della seconda guerra mondiale e attraverso il sogno di un gruppo di illuminati visionari appare lontana e sfocata, attorniata da schiere di euroscettici che spingono per disconoscerla e da istituzioni svuotate delle intenzioni originarie.

E intanto il bilancio delle prime ore post Brexit vede le Borse in caduta libera e le dimissioni del Primo ministro britannico David Cameron, colui che per fortificarsi ha compiuto tale azzardo. Un monito per altri leader.

L’instabilità regna quindi sovrana. Col fantasma di Donald Trump più vicino alla Casa Bianca. Ma è un mondo liquido e velocissimo. Quindi quasi completamente imprevedibile.

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Omaggio a Jo Cox, la deputata laburista anti-Brexit uccisa in Gran Bretagna

Omaggio a Jo Cox, la deputata laburista anti-Brexit uccisa in Gran Bretagna

Nella notte dei tempi l’uomo imponeva il proprio punto di vista con la forza. Poi imparò ad usare la parola, e la dialettica fu il nuovo modo di combattere chi la pensava in modo diverso.

Nei tempi oscuri che respiriamo torna prepotente la mano per dire la propria, ma forse perché il linguaggio stesso è divenuto violento. E la lotta viene sentita come quella definitiva, all’ultimo sangue. Solo chi debella l’avversario sopravvive.

Così tutto, ma proprio tutto, avviene ormai in termini violenti. Nei modi, nei toni, nei gesti. In qualsiasi contrapposizione. Per una precedenza mancata, per una vittoria sfiorata, per un orgoglio da curare, per un modo (solo il proprio) di governare. Nel rapporto interpersonale, tra squadre di calcio, tra partiti politici. In casa, per strada, sui social.

Tutto rischia di diventare “Mi piace” o “Non mi piace”, “Dentro” o “Fuori”, “Sì” o “No”. Assoluti, oltre l’idea. Oltre la vita stessa. Con tesi e antitesi ad osservare, mute, chi resta a terra.

Ps: Che il giorno successivo al brutale assassinio della deputata laburista Jo Cox le Borse europee si rialzino e si vociferi che il fantasma Brexit si allontani fa pensare male. Molto male.

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Si sono appena conclusi i festeggiamenti per il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II d’Inghilterra, e intorno alla donna più conosciuta del mondo ho fatto alcune scoperte:

– Non può mai fare il bagno da sola perché deve essere sempre presente una cameriera. Un autentico inno alla privacy, “Dio salvi l’intimità della regina”.

– Non può mai scegliere il vestito che dovrà indossare perché c’è chi è pagato per farlo. Al bando ogni possibile “I love shopping”.

– Non ha passaporto, perché vengono emessi in suo nome. Ça va sans dire.

– E’ l’unica persona che in Gran Bretagna può guidare senza patente. Oh my God!

– Prepara personalmente in estate, con inchiostro verde, gli 850 auguri privati di Natale. Noblesse oblige.

– Ama bere la miscela di tè “Earl Grey”. In questo assomiglia a molti di noi, comuni mortali. Ma la sovrana ne beve ventisettemila all’anno. Chapeau! In omaggio ai suoi copricapo divenuti un autentico must. A partire dalla corona, mai semplice da indossare.

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