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Posts Tagged ‘governo’

Neppure il tempo di archiviare, con qualche scusa poco convinta e per nulla convincente, il tentativo Larussiano di revisionare una pagina di storia, che ci risiamo.

Questa volta, sempre prendendo spunto da quel famigerato tempo storico fascista che la Costituzione Italiana pone definitivamente fuori legge, un esponente del governo Meloni propone una multa per l’uso delle parole straniere. Ora come allora.

E mentre persino la “Crusca” (intesa come Accademia della lingua italiana) se la ride e il ritorno per tutti all’ “Olio di ricino” sembra già la prossima frontiera, c’è da risolvere il problema del “made in Italy” e dintorni. È senza dubbio espressione inglese, perciò multa in agguato, ma forse no perché c’è il ministero. E tra poco, forse, anche il Liceo. Che guazzabuglio (parola che sembra straniera, ma è tutta italiana, seppur desueta).

Ps: chiedo lumi sulla lingua latina. Chissà se certe espressioni saranno considerate forestierismi. In dubio pro reo.

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A legislatura appena iniziata, si procede al meglio tra ritratti, desiderata e lettere. Virando lievemente a destra.

Tra le foto dei ministri di epoca repubblicana appese al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) è apparso il ritratto di Mussolini. Forse perché, come sostiene La Russa Presidente del Senato, “siamo tutti eredi del duce” (davvero?!). La giustificazione ufficiale? Perché fu il primo ministro delle Corporazioni. Ohibò!

Il senatore Gasparri ripresenta (per la terza volta) una proposta di legge antiaborto. Rendendo forse compiaciuta la terza carica dello Stato (leggi Fontana) ma parecchio inquiete le donne.

Tra Berlusconi e Putin è ripreso, a detta del primo, il rapporto di amicizia attraverso un affettuoso scambio, rivendicato con orgoglio, di dolci lettere e bottiglie di vino. Con imbarazzo delle cancellerie europee, di alquanti cittadini italiani e persino di alcuni suoi alleati.

Ma tutto procede al meglio…

Ps: che traffico poi intorno alla lista dei ministri…

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Machiavellismo“: prassi etica e politica ispirata ai concetti espressi da Niccolò Machiavelli nel Principe, in base a cui un governante pur di raggiungere il fine che si è proposto può servirsi di qualsiasi espediente, indipendentemente da ogni considerazione di carattere morale.

Matteo Renzi, commentando la sua uscita dal PD per fondare una propria forza politica all’indomani del giuramento dei sottosegretari al nuovo governo: “Ho fatto una operazione di Palazzo, machiavellica“. Tranquillizzando però il premier Conte (bis) per il sostegno al Governo.

Della serie “Stai sereno” (bis).

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Campanelle suonate. Mani alzate. Timide occhiate. Facce agitate. Parole ricercate. Risposte sbagliate. Richieste bocciate.

Di già? Ma si tratta di scuola o di governo? O forse il tran tran è sempre quello, scolastico o politico sia il fardello?

Buon anno a tutte le aule…

Ps: il problema è la fiducia. Ovunque.

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Brexit ultima ora, nessun accordo.

Ratifica negata, da parte del Parlamento inglese, a Brexit, o meglio all’avvio degli accordi con l’Unione europea per l’uscita del Regno Unito dal vecchio continente. Con il governo May ad incassare una clamorosa sconfitta.

E così, dopo tre anni dal referendum Brexit, l’esito popolare viene capovolto dal voto parlamentare. Con un caos economico-politico, nonché umano, più che probabile.

Ora gli scenari non sono molti. Non c’è una maggioranza chiara per un secondo referendum e non c’è più tempo per nuovi accordi con l’Europa. Comunque, in entrambi i casi, anche se possibili, l’etica starebbe alla finestra.

Ecco perché al disordine si stanno preparando tutti.

Anzi, ci stiamo preparando tutti.

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Il 25 maggio è “Towel Day”. Tanta è l’importanza di un asciugamano. Come spiega in modo dettagliato la “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams:

“L’asciugamano è forse l’oggetto più utile che un autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini–zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); infine potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente.”

In giorni di neogoverno forse è utile…

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“L’ottovolante di Copenaghen (e forse della vita)” – Photo by Ester Maero

Da non credere. Si ricomincia. Un’altra volta. Ennesimo giro di giostra politica. Ancora gioco dell’oca. Fermi tre giri e si torna al via. Ma con autentiche oche del Campidoglio. A starnazzare a più non posso. Senza alcun risultato concreto.

E noi cittadini su e giù sull’ottovolante. Senza la possibilità di scendere o stare fermi, noi sí, almeno un giro.

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Si ricomincia.

Altro giro di giostra.

Si sale e si scende dal Quirinale.

Con la possibilità che un ircocervo lo possa visitare…

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Nel nuovo governo Gentiloni tanti i promossi. Soprattutto quelli bocciati dal referendum.

Un curioso paradosso, quello del “sempre promosso”. Che mantiene in modo adeguato le promesse.

A partire dalle premesse.

Sempre le stesse.

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All’apparire dei primi risultati referendari, con un No che si stagliava più marcato rispetto alla vigilia, hanno cominciato ad evidenziarsi due parole, peraltro alquanto scontate visti i numeri: Dimissioni ed Elezioni.

Ma è una parola-sottotitolo quella che racconta il day after, Salita. Verso il Colle dal Presidente Mattarella, per parlare, dimettersi, consultarsi. E anche verso scale metaforiche, come quelle di cui diceva il Fiorentino maggiore, ricordandoci quanto sa di sale salire l’altrui scale. Con gradini che simboleggiano l’andamento della vita stessa, anche quella politica. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole.

Il colpo di scena, formale e sostanziale, si ha verso il tramonto del giorno dopo il voto. E si ha con una parola davvero inaspettata: Congelato. Come il meteo, come il pesce. Ma tale dovrebbe essere, secondo le voci di palazzo, il destino del premier e delle sue dimissioni. Tutto in freezer. Ad aspettare.

Con un “desco”, quello del Paese, che in attesa di “scongelamento” resta desolatamente vuoto.

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