Cinquecento anni fa, il 6 aprile 1520, giorno di Venerdì Santo, si spegneva a soli 37 anni il genio di Raffaello Sanzio.
Una celebrazione al “buio”, in tempi di Coronavirus che non permette fari sulla pittura dell’Urbinate. Così la mostra alle Scuderie del Quirinale, a lungo preparata e pubblicizzata, si è trasformata in un tour virtuale.
Amplificando la leggenda intorno a quella vita breve ma di produzione altissima. Con la Bellezza per musa, come sapeva Madre Natura stessa.
Così ricorda infatti l’epigrafe della sua tomba al Pantheon: “Qui è quel Raffaello da cui, fin che visse, Madre Natura temette di essere superata da lui e quando morì temette di morire con lui.”