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Posts Tagged ‘Gam di Torino’

Helmut Newton per Sports Illustrated – Antibes 1991

Un Ferragosto, di necessità, in bianco e nero. Ovunque e comunque.

Anche se, almeno in fotografia, il bianco e nero scolpisce, raggiungendo l’essenza.

Come ha dimostrato Helmut Newton. E come lo si può apprezzare attraverso la retrospettiva firmata Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, a lui dedicata. Fino al 20 settembre alla GAM di Torino.

Le copertine per Vogue, i ritratti di personaggi famosi, le fotografie di nudi. Tutte immagini iconiche quelle di Helmut Newton. Non solo lussuosamente eleganti ma narranti lo spirito dei tempi. Scatti seduttivi e sorprendenti. In una parola belli.

Con quel chiaroscuro che focalizza, scava, racconta. Come questo strano Ferragosto.

Helmut Newton, “Debra Winger” – Los Angeles 1983

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Claude Monet - "La Pie" (1869)

Claude Monet – “La Pie” (1869)

Il mio Monet preferito è quello d’acqua dolce, pozza verde-blu di ninfee e calma interiore. Il Claude Monet del suo jardin a Giverny. Con le persone fuori dalla tela.

Perciò alla mostra torinese (peraltro tutta francese visti i prestiti del Musée d’Orsay) ho dovuto “accontentarmi” del Monet acqua salata, quello del mare/vele/riflessi ad Argenteuil. Quel Monet che, con pennellate all’apparenza scomposte, ti fa respirare e vibrare il suo “en plein air“.

Ma è un quadro senz’acqua, o meglio non in forma liquida, a lasciarmi sempre senza fiato. “La pie“, la gazza sulla neve che dalla staccionata sembra attendere lo spettatore, per poi guardarlo allontanarsi mentre lascia le sue impronte nel bianco.

Questo capolavoro presente alla mostra, con la sua gamma sfumata di rosa e azzurri a raccontare la luce della neve, invita chi osserva ad entrare in quel paesaggio di silenzio. E per una frazione di tempo eterno, mentre osservi diventi parte del dipinto. Con un effetto di magico incantamento.

Ps: Nota dolente della mostra la confusione e gli spazi ristretti per opere che necessitano “aria”, “plein air“. E’ lo stesso artista a dichiarare: “Gli altri pittori dipingono un ponte, una casa, un battello. Io voglio dipingere l’aria, la bellezza dell’aria in cui si trovano il ponte, la casa, il battello.

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modigliani-torino-home

Mostra da non perdere quella della GAM di Torino “Modigliani e la Bohème di Parigi”.

Per quell’ambiente bohémien che l’artista livornese ha profondamente respirato e vissuto, ma soprattutto per lui, per Modì. Che resta unico, nei suoi nudi e nei suoi ritratti: volti a ogiva, mandorle per occhi, colli allungati a dismisura, firma inconfondibile delle sue figure.

Ma il racconto di un’umanità fragile, malinconica e sacrale sta in quella sua ricerca continua e spasmodica di sguardi ieratici e forme primitive, essenziali e a-temporali, in cui tratteggia la condizione esistenziale di sempre, di tutti.

A conferma del suo stesso mantra: “con un occhio guardi il mondo, con l’altro guardi dentro di te.

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