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Posts Tagged ‘Festa dei lavoratori’

Fortunato Depero, “Tornio e telaio” – 1949

Un lavoro da avere, per dignità e sostentamento. Un diritto dell’uomo.

Un lavoro a cui non soccombere per condizioni e sicurezza. Un dovere dello Stato.

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Renato Guttuso, “Contadini al lavoro” – 1950

Un equilibrio instabile quello tra salute e lavoro, due beni primari. Trait d’union la sicurezza.

Rifletterci tutti, durante un Primo Maggio particolarissimo, sarebbe bene. Farlo magari Costituzione alla mano sarebbe ancora meglio.

Si eviterebbe così di invocare di continuo aperture lavorative differenziate per regione. Dimenticandoci dell’articolo 16 che nella sua prima parte recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.”

“In via generale” appunto, considerando l’interezza del territorio nazionale. Fatta salva l’istituzione di nuove zone rosse, che limiterebbe in tali aree l’avvio della cosiddetta Fase 2.

E nel frattempo la terra, che per ora continua a darci i suoi frutti, a chiedere di essere raccolta in tempo dalle mani d’uomo. Per buona parte straniero, sottopagato, per nulla in sicurezza. Anche su questo sarebbe bene riflettere in questo strano Primo Maggio.

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“Ascensori al lavoro al Rockefeller Center” – Photo by Ester Maero

Poiché la produzione di beni e servizi aumenta impiegando sempre meno lavoro umano (jobless growth), dopo la liberazione dalla schiavitù e la liberazione dalla fatica, si intravede la possibilità di una diffusa liberazione dal lavoro.

Domenico De Masi, sociologo

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Paolo Ricci, Primo maggio, 1949 – Mantova (Suzzara), Galleria del Premio Suzzara

“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo.”

Adriano Olivetti, imprenditore italiano (1901-1960)

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I tipi di competenze richiesti per praticare occupazioni flessibili, nel complesso, non comportano un apprendimento sistematico e a lungo termine; più frequentemente, essi trasformano in svantaggio un corpo logicamente coerente e ben confermato di capacità e abitudini acquisite, che un tempo costituiva una risorsa.

Zygmut Bauman, filosofo e sociologo polacco, teorico della “società liquida”.

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