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Posts Tagged ‘Erdogan’

La Turchia di Erdogan, Paese Nato, ha sferrato il suo attacco ingiustificato contro i curdi. Mancanti di una propria terra, ma fieri e coraggiosi. Al punto da combattere l’Isis a mani nude. Per tutti noi. Che sembriamo già aver dimenticato.

E ancora una volta il popolo curdo è perseguitato.

Nella democratica Germania un neonazista uccide per odio razziale nell’intento di compiere una strage in sinagoga. Filmando in diretta il compiersi del suo orrore.

E ancora una volta il popolo ebreo è perseguitato.

Tutto ciò sta avvenendo all’ombra dell’Europa, il continente che si dice in pace dalla fine della seconda guerra mondiale.

Ma si può dire in pace chi vede il male e resta con le mani in tasca? E si può dire in pace chi nicchia di fronte all’escalation di azioni che proprio alla seconda guerra mondiale ci riportano?

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Modalità: classica. L’esercito occupa strade e mezzi di comunicazione. Anche se il preavviso del golpe alle ambasciate è alquanto inconsueto.

Durata: anomala. Quattro ore convulse e veloci. Come tutto quanto accade nel tempo 2.0. Perciò dense di avvenimenti. O forse solo di voci sugli stessi. Pur con reali caduti sul campo.

Reazione del destituito Presidente pro-tempore: Non chiara. Alcuni lo davano in volo per i cieli di mezza Europa in cerca di asilo, mai concesso. Altri lo davano sempre presente in Istanbul. Nel frattempo Erdogan si rendeva evidente al “suo” popolo attraverso quei social da lui continuamente ostacolati. Una Nemesi al contrario. Perché il richiamo al popolo ha sortito l’effetto voluto.

A chi giova?: proprio ad Erdogan che ne esce più forte. Il golpe fallito gli permette di far fuori i suoi nemici interni, militari e magistrati in primis, puntando dritto alla repubblica presidenziale.

Sconfitti: coloro che pensavano di eliminare il “sultano” turco poco laico e ancor meno democratico. Nonostante sia giunto al potere attraverso elezioni del popolo.

Intanto l’Europa trema perché la Turchia ha un piede, non solo fisico, nel suo continente. E l’America? Rigetta sdegnata le accuse che le muove Erdogan, suo alleato Nato, di complicità passiva poiché ospita l’esiliato Gulen, per lui l’autentico tessitore del golpe.

Che dire poi del riavvicinamento Putin-Erdogan di poche settimane fa? Appare di una tempistica perfetta. Forse persino sospetta.

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