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eolie panarea

Nella giornata mondiale del vento come non pensare al dio dei venti e alle sue isole?

Proprio dal nome del dio Eolo prendono nome le Isole Eolie. Secondo la mitologia greca, Eolo riparò su queste isole e diede loro nome, grazie alla sua fama di domatore dei venti. Riusciva infatti a prevedere, da Lipari dove viveva, le condizioni del tempo osservando la forma delle nubi sbuffate da un vulcano attivo, probabilmente lo Stromboli. Guadagnandosi così l’eterna gratitudine dei pescatori isolani.

Le sette isole, Alicudi – Filicudi – Lipari – Panarea – Salina – Stromboli – Vulcano, sono raccontate come i sette luoghi dello spirito nel libro di Francesco Longo “Il mare di pietra”. E così ciascuna è raccontata da un colore: Stromboli la rossa per i lapilli (come la descrive Rossellini nel suo film che lo portò lontano…), Panarea la bianca per le sue case e la sua mondanità (Nanni Moretti in “Caro Diario” ci sbarca per fuggirvi quasi immediatamente…), Filicudi la blu per il mare che la circonda e per i silenzi che la abitano (rendendo più potenti i suoni del mare…), Salina la verde per i suoi vigneti (è l’isola più fresca, capperi, oleandri e granite…), Vulcano la gialla come lo zolfo (il vero vulcano fu la Magnani che al tempo dell’omonimo film eruttava lava nei confronti del suo amante traditore Rossellini…), Lipari la nera come l’ossidiana, il vetro vulcanico traslucido (la sua pietrificazione la senti inoltrandoti nell’isola…), Alicudi la marrone per i suoi muli (che raccontano le sue solitudini, il suo essere un po’ “Isola del tesoro”…).

Chi deve correre alle Eolie? Secondo l’autore chi ama “la parola Mesoamerica, i fari che illuminano il mare, e gli scrittori che hanno raccontato la Patagonia e Capo Horn“.

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