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Posts Tagged ‘Enzo Bianchi’

ToSp15

Mi è piaciuto alquanto il titolo scelto quest’anno per “Torino Spiritualità”: “L’impasto umano – Fatti di terra guardiamo le stelle”. L’Adam, l’uomo, il terrestre è tratto appunto dalla terra ma plasmato a somiglianza di Dio.

Ben ha colto e sciolto ciò Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, commentando il salmo 8: “Eppure l’hai fatto poco meno di un Dio“, in cui il salmista rivolgendosi a Dio si riferisce sì all’uomo nato dall’adama, la terra limosa del Medio Oriente, ma considerato da Dio suo luogotenente nella creazione.

Bianchi stimola la riflessione su tre cardini: la Terra quale matrice e madre dell’uomo, per cui lo stesso deve esserne responsabile; la donna creata dopo l’uomo quale “aiuto contro di lui“, da cui il patimento della ferita della differenza ma anche il suo arricchimento; lo sguardo da rivolgere all’altro da sé, facendo a lui posto.

E il pensiero corre subito alle violenze perpetrate nei confronti dell’ambiente, della donna e dello straniero.

Con la necessità di ricordarsi e farsi “responsabili“.

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quasimodo

Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno:
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.

Endecasillabi immaginifici quelli di Salvatore Quasimodo, portatori di ricordi che riescono a farsi vivi e pulsanti. E così riaffiora il profumo di zàgare fino a stordire, con l’acqua mossa del pozzo a sottolineare l’onda di marea, nero e arancio a confondersi giocando tra i rami. Una Sicilia fanciulla, mitica, leggera. Un bellissimo “ricordo”, un tassello che “torna al cuore”.

Un “dono” che il Poeta fa al lettore, cioè qualcosa che si consegna all’altro senza il ritorno insito nel “dare”, rimanendo cioè un gesto asimmetrico. Come afferma il priore di Bose Enzo Bianchi, che proprio sul dono tenne qualche tempo fa una Lectio magistralis, “il dono della parola è il sigillo sulla fiducia, sul credere negli altri. Senza fede negli altri non c’è cammino di umanizzazione, ma l’eloquenza della fiducia è proprio il donare la parola, che è promessa e accensione di responsabilità verso l’altro. Nelle più quotidiane e autentiche «storie d’amore», proprio perché l’incontro diventi storia, perché l’attimo diventi tempo, occorre la parola data, la promessa.” Quella promessa che è “ciò che è mandato avanti”. Scommettendo su quei segni di sopravvivenza di cui l’uomo è portatore. E di cui la Poesia è una manifestazione.

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Eduard von Grutzner, “Falstaff” – 1921

Da oggi si apre “Torino Spiritualità”, ottava edizione di una serie di incontri intorno alla dimensione etica e spirituale dell’essere umano. Il tema di quest’anno è “La sapienza del sorriso”.

Sono queste due parole poste a fianco che mi affascinano, la sapienza che passeggia col sorriso.

E l’idea che mi si affaccia è quella della possibilità di sentire il “sapore”, la sapienza appunto, di un’espressione corporea spontanea e  universale, il sorriso. Che resta una delle ultime frontiere della gratuità. E che racconta la globalità in modo primitivo. Cioè sapiente.

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Da oggi 29 settembre a domenica 2 ottobre la rassegna 2011 di “Torino Spiritualità”. L’edizione di quest’anno, la settima, ha per titolo “IN FINE – Vivere sul limite dei tempi“, ovvero il rapporto tra l’umanità e l’idea della fine dei tempi.

Inaugurazione stasera alle ore 18 nella Chiesa di San Filippo Neri, con l’intervento di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, intorno all’Apocalisse, un termine che è divenuto sinonimo di “catastrofe” quando in realtà è “rivelazione” di Gesù Cristo.

Sono in programma interventi di filosofi e teologi, da Umberto Galimberti a Vito Mancuso, psichiatri e scrittori, da Vittorino Andreoli a Mauro Corona, per citarne alcuni. Sarà l’occasione, per tutti noi, di riflettere su fondamentali tematiche esistenziali, prendendoci una pausa “sul limite dei tempi”.

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