Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘distanza’

Edward Hopper – “Cape Cod Morning” (1950)

Il tempo dell’attesa e della solitudine, ahinoi, continua.

Prolungato. Esasperato. Spietato.

Un nastro che continua inesorabilmente a srotolarsi, pur stando drammaticamente fermo.

Come in un quadro di Edward Hopper, noi umani ci ritroviamo spodestati dal consueto ruolo di attori in perpetua parola. Ridotti ormai a silenzioso fondale scenico.

Pubblicità

Read Full Post »

E così, anche se ridotta, mascherata e distanziata, nonostante tutto, è partita la Maturità 2020, quella dell’epoca Covid19.

Nessuno scritto, solo orale. Anzi maxi orale, visto che è strutturato in cinque parti in cui l’oralità vince sul segno grafico. La parola raccontata regna quindi sovrana su aule in cui i metri sono giustamente tutto, insieme a mascherine, gel disinfettante e autocertificazioni. A risuonare nelle scuole, come sempre, ansia, narrazione e orgoglio. Ma senza strette di mano, baci e abbracci. Solo il senso della fine in una tasca e il sentore di un nuovo inizio nell’altra.

Ps: Buona vita alle mie ragazze e ai miei ragazzi in uscita dalla loro classe.

Read Full Post »

Tra visite ad affetti stabili e passeggiate allungate ci immaginiamo già un mondo di normalità che non sarà. Anzi, in un clima di gran sbornia collettiva, si rischia di perdere la bussola, fatta di distanza e mascherina.

Perdiamoci nei nostri futuribili “vorrei”, ma tenendo ben presenti i “non posso”. A favore di tutti noi. Magari con uno “Smile”, come canta Madeleine Peyroux.

Read Full Post »

“L’Amore ai tempi del Co…vid-19” di TVboy, street artist

La nuova parola che circola è droplet”, “gocciolina”. Dalle “goccioline di Flügge”, lo scienzato che lavorò sulle microgocce di saliva che riescono a rimanere sospese in aria, in grado perciò di veicolare agenti infettivi attraverso conversazione, tosse e starnuto.

Da qui la distanza considerata utile tra le persone, un metro, per evitare il contagio in tempi di Covid19. Ecco perché è arrivata la decisione delle autorità sanitarie di chiudere le scuole e i luoghi di aggregazione, come cinema, teatri e palestre.

E così ci ritroviamo, di necessità, più soli. Smart working, didattica a distanza, pochi incontri cene eventi, eliminati abbracci baci strette di mano.

Più soli appunto, e a contatto con noi stessi come quasi mai. Gomito a gomito con i demoni, che si fanno più evidenti e percepibili. Ricordandoci così ataviche paure che la vita frenetica e iperconnessa non ci dà il tempo di considerare.

Poi però, voltando la carta, vedi l’abnegazione del personale sanitario, e non ti puoi sentire solo. Nonostante le sacrosante misure droplet. 

Read Full Post »