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Posts Tagged ‘diga del Vajont’

Cinquantacinque anni fa, il 9 ottobre 1963, alle ore 22.39 una frana enorme si staccò dal monte Toc, “marcio” in friulano, precipitando sul bacino artificiale sottostante e provocando un’onda di 270 milioni di metri cubi di rocce, detriti e acqua che travolse i comuni di Erto e Casso e Longarone. Quasi duemila vittime e un paesaggio geografico cancellato.

Una tragedia annunciata, che si poteva evitare. Perché i rischi di quella costruzione avveniristica, la diga del Vajont, si conoscevano. Esattamente come quelli del Ponte Morandi di Genova.

Disastri già scritti, in nome del profitto economico. Senza tutela alcuna della vita umana e del suo naturale contorno.

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Disastro_Vajont

E’ trascorso mezzo secolo da allora, eppure quell’ecatombe che vide un pezzo di montagna staccarsi franando sui paesi sottostanti e seppellendo 1910 persone, deve rimanere a monito dei lavori che fa l’uomo nel tentativo di “ingabbiare” la natura.

La diga artificiale costruita nella valle tra Belluno e Udine, detta “diga del disonore” nel film del 2001 di Renzo Martinelli, diede problemi fin dagli albori, con spaccature e smottamenti della montagna. Lo stesso progettista, Carlo Semenza, nel 1961, a due anni dalla costruzione del bacino idroelettrico artificiale e a due anni dal disastro, disse: «Dopo tanti lavori fortunati e tante costruzioni, anche imponenti, mi trovo veramente di fronte ad una cosa che per le sue dimensioni mi sembra sfuggire dalle nostre mani».

E il monte Toc, sfregiato da quella diga, sfuggì agli uomini, annientandoli con un’onda apocalittica che si riversò sulla valle del Piave, sulle case, sugli abitanti, mutandone per sempre il paesaggio.

Che la memoria umana, corta e debole, sia presente nelle azioni e costruzioni future.

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