Sarà che perse la vita a soli 36 anni in modo tragico ed improvviso, sarà che era Lady Diana, sarà che i riflettori mediatici erano sempre puntati su di lei, sarà che aveva in sé quegli elementi, bellezza e dolore e privilegio, tali da renderla un’icona prima ancora di esserne consapevole, sarà che noi umani abbiamo sete di figure simbolo, sarà quel che sarà, ma Diana Spencer, Principessa del Galles ma soprattutto di Cuori, è divenuta mito.
E non ora, dopo 25 anni da quell’incidente automobilistico mai così chiaro, ma immediatamente da quella terribile notte del 31 agosto 1997. Sarà perché lasciava orfani, ma soprattutto sguarniti di affetto empatico, i due figli William ed Harry ancora piccoli, sarà perché la tragedia successe dopo un’estate per lei da rotocalchi rosa con un amore forse nuovo e sicuramente discusso, Dodi Al-Fayed, sarà che la sua morte mise in crisi la corona inglese con l’inaspettata onda popolare di lutto, sarà quel che sarà, ma Diana è assurta a mito.
Come Marilyn Monroe (stessa età di Diana) e James Dean (stesso incidente d’auto), giovani di successo che sembravano avere tutto, sottratti nottetempo da un destino crudele al naturale decadimento degli umani tratti di bellezza e gloria, entrando così di diritto nell’iconografia dei miti. Per sempre.