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Posts Tagged ‘Dario Fo’

Quando Donald Trump é stato eletto a Presidente degli Stati Uniti d’America mi sono chiesta: “Chissà se il mondo lo regge per quattro anni.” Nel frattempo sono io a non reggerlo già più, nonostante il suo mandato abbia all’attivo una striminzita manciata di settimane.

“Sta facendo quanto promesso in campagna elettorale”, ti fanno notare compiaciuti i suoi sostenitori. Già.

Però… Però bisogna prendere atto di un salto di forma: ora quella istituzionale é equivalente a quella da tono elettorale. Nuovo oggetto di studio per chi si occupa di comunicazione. Che sta diventando non solo violenta e urlata ma anche estremamente povera di termini.

Tanto che il lessico usato da Trump é comprensibile anche a chi mastica poco inglese, segno forte e inequivocabile della decadenza dei tempi.

Perché Trump non usa un linguaggio semplice e chiaro, ma elementare e primitivo. Un linguaggio cioè che non contempla i termini mediani, quelli di cui deve essere ricco il desco delle trattative. Non solo in politica, ma nelle cose umane in genere.

Infatti sono le sfumature a raggiungere l’altro. Solitamente i colori primari tendono ad essere autoreferenziali.

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La prima volta che vidi Dario Fo avvenne per “colpa” di mia mamma.

Ero bambina e dei suoi spettacoli teatrali visti in televisione ho il ricordo dell’allegria. Tanta e colorata. Frammista all’odore di casa. Con quella strampalata sigla/filastrocca di “Mistero buffo”, Ma che aspettate a batterci le mani, in cui riconoscevo le parti folli e teatrali che si agitano sottotraccia nelle persone, me compresa. Avevo l’idea di un surreale minestrone in cui potevano convivere in modo giocoso “i re dei ciarlatani” e “Napoleon di Francia”, “trenta lune di cartone” e il cuore a fare “seimila capriole”.

Più avanti ne colsi lo scherzo e lo sberleffo, il talento e il dileggio, il sacro e il profano. Insieme al lavoro profondo che necessita la leggerezza, per essere fruita senza essere vista.

Poi lo incontrai, il Giullare Dario Fo. Primi anni universitari, esame di Storia del Teatro da preparare, la figura di Arlecchino, Harlequin, “il re dell’inferno” da approfondire. E lui, Dario Fo, emanazione in terra di quel re saltimbanco, era a teatro con quella maschera. Ricordo lo spettacolo, ma soprattutto il dopo. L’attesa al camerino, l’ansia di incontrarlo, la parola alle corde. E poi eccolo.

La sensazione resta, anche nel ricordo, quella di allora. Era “tanto”, in tutto. Come se fosse necessario un “codice” per coglierlo appieno, per decifrarlo oltre il livello “letterale”.

E lì compresi che alcuni uomini sono una fortuna per quelli a loro contemporanei. Un’occasione per gustare frammenti di Cose Alte. Non sempre e del tutto comprensibili, ma ghiotte e indispensabili al nostro umano “viaggio”.

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Che spiazzante coincidenza quella che vede andarsene, nel giorno di assegnazione del Nobel per la letteratura, peraltro vinto da un altro poeta fuori dal canone come Bob Dylan, il giullare Premio Nobel Dario Fo.

Difficile credere che la sua parabola umana si sia conclusa. È quanto accade ai Grandi, quelli che pensi siano imbevuti di Eterno. E in realtà è proprio così. Dario Fo, grazie alla sua Arte, sta con noi. Incantandoci ancora.

Con il suo geniale grammelot, i suoi sberleffi pantagruelici, la sua satira fustigante, il suo “Mistero buffo”, la sua lucida capacità di denudare, con la risata, il Potere. Da giullare del popolo. Giullare da Nobel.

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DARIO-FO

Novanta senza dimostrarli. Forse perché guitto, forse perché Nobel, forse perché Dario Fo.

Continua a recitare traendone piacere. E regalandone, moltiplicato, a chi lo guarda.

Per non dire della produzione di parole e disegni. Ricca e creativa. Con guizzi che vanno oltre il foglio.

Le sue commedie sono diventate dei modi di dire. Da “Mistero buffo” a “Morte accidentale di un anarchico”.

Anticonformismo, satira, sperimentazione. Con effetti stranianti nonché grotteschi. E altamente letterari.

Inoltre un grammelot padano-veneto a rendere il suo messaggio artistico divertente e dissacrante. Accompagnato da incursioni e visioni sulla realtà assolutamente acute e predittive.

Che è poi la motivazione del Nobel per la Letteratura: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.

Auguri Maestro! E grazie per il Suo sguardo obliquo e poetico sul mondo.

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franca rame

Franca Rame si è spenta.

Per ricordarla, i suoi “ingredienti” principali: teatro nel Dna familiare, impegno civile nel Dna personale, un Nobel saltimbanco per marito, ironica intelligenza nei passi della vita.

Quella vita che lei vedeva, come scrisse Dario Fo ne “Il mondo secondo Fo“, quale “una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.”

 

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Da poche ore al Lingotto di Torino si è aperto il “Salone del Gusto e Terra Madre”, per la prima volta insieme, a dimostrazione che il cibo è territorio, cultura, gastronomia, società, natura. Slogan di questa edizione è “Cibi che cambiano il mondo”, un progetto ma anche un augurio nella volontà di preservare ambiente e salute di ciascuno attraverso l’elemento indispensabile alla vita.

Mettere all’interno del Salone i prodotti di 100 Paesi del mondo segna un punto di partenza, per fare di questo appuntamento il più grande appuntamento del mondo della gastronomia e dell’alimentazione” ha detto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food all’inaugurazione, in un Palaolimpico affollato di kimono, sombreri, tuniche, gilet in un linguaggio che racconta i colori e le specificità del mondo.

Stamane sono state raccontate (tra gli interpreti anche il Premio Nobel Dario Fo) queste parole: fame, biodiversità, educazione, acqua, rete, seme, energia, terra.

Riflettiamoci e ciascuna scelga la propria, difendendola nella quotidianità. Fino a farne un presidio.

 

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La maschera

Dario Fo, Disegno per "Hellequin, Harlekin, Arlecchino"- 1985

Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera.”

Emil Cioran, filosofo (1911-1995)

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