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Posts Tagged ‘Dante’

Appare senza età Roberto Benigni, il nostro folletto nazionale capace di suscitare riso, commozione, riflessione. Secondo l’abito indossato.

Una comicità dissacrante la sua, che usa in maniera sapiente il linguaggio del corpo insieme ad un talento che sa cogliere i diversi registri umani. Così è “Il piccolo diavolo”, “Johnny Stecchino”, “Il mostro”, ma anche “Pinocchio”, sia figlio che padre. Per non parlare della surreale coppia in viaggio nel tempo in “Non ci resta che piangere”, in cui la magica complementarietà con Massimo Troisi diventa un cult in numerosi sketch del film, quasi novelli Totò e Peppino in un mondo rinascimentale.

Ma è ne “La vita è bella”, tre Premi Oscar, che Benigni compie il miracolo, pescando in sé la vena malinconica e struggente sottesa alla battuta mordace. Raccontare l’orrore della Shoah ad un bambino attraverso lo strumento del gioco fiabesco sembrava una sfida azzardata, eppure vinta tra lacrime e sorriso.

Non si può però dimenticare la capacità affabulatoria e recitativa di Roberto Benigni, sommo attore per il Sommo Poeta. Le sue “lezioni” su Dante hanno avvicinato alla Commedia anche chi faticava a leggerla. Insieme al suo racconto appassionato intorno alla nostra Costituzione, “La più bella” la definì, e i Dieci Comandamenti, quasi un memorandum dell’agire etico di ogni uomo.

E in ogni campo sempre con quella scanzonata leggerezza, che è poi profonda riflessione sulla natura intrinseca dell’umano. Tenendo presente, come ci ricorda lui, di essere felici, “e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non scordatevi della felicità”. 

Quindi auguri di felicità a te Roberto, e buon Settantesimo!

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“La colomba porta vaccini” – Disegno dell’artista Harry Greb

L’anno comincia, a fronte di una seconda e pesante ondata pandemica, con la speranza di tutti nei vaccini.

Eppure il vaccino, la soluzione tanto agognata contro SarsCov2, in breve tempo diventa lo spartiacque tra la maggioranza che lo vede come difesa per sé e la comunità, e una minoranza che lo sente come sottrazione di libertà e sottomissione al potere. Senza pensare a quella parte, ancora estesa, di mondo che non può neppure scegliere se sottoporsi al vaccino.

Tra insicurezza, infodemia, precarietà, conosciamo poi nuove parole come green pass, divenuto l’oggetto (anch’esso amato-odiato) che precede i nostri passi. Passi che hanno inciampato in nuove varianti del virus, da Delta a Omicron, lettere greche portatrici di inediti scenari e ancora ansia, come ormai da due anni.

Nel frattempo il pianeta scopre la fragilità della democrazia con l’assalto al Congresso americano e il ritorno dei talebani a Kabul. E l’Italia ammutolisce di fronte alla tragedia della funivia del Mottarone, soprattutto per lo sprezzo inusitato delle regole.

Il nostro Dante ha però reso bella, ancora una volta, l’Italia nel mondo, in occasione del suo 700° anniversario. Insieme al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, ai campioni olimpici di Tokyo, alla Nazionale di calcio, al gruppo musicale dei Maneskin. E tra le buone notizie la liberazione di Patrick Zaki.

Che fatica però lasciar andare chi ha reso bello il nostro tempo umano, da Franco Battiato a Raffaella Carrà, da Milva a Carla Fracci, da Jean Paul Belmondo a Lina Wertmüller. E anche chi ci ha mostrato la generosità di sé, come Gino Strada.

Anno complesso e complicato. Di luci e ombre. Alla ricerca di orizzonti.

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“Dante e la pausa caffè (in attesa di Spider-Man)” – Photo by Ester Maero – Pietrasanta, agosto 2021

La cittadina versiliana di Pietrasanta ha ospitato per tutta l’estate (e ancora per una settimana) personaggi famosi in vesti davvero inaspettate.

La piazza principale ha infatti visto Dante (il mio preferito) intento a scrivere al portatile seduto in un dehor, Papa Francesco divertirsi con lo skate sul sagrato di Sant’Agostino, Spider-Man passeggiare con suo figlio in passeggino e Wonder Woman, Charlie Chaplin nascondersi col Monello dietro la Venere di Milo. Insieme a molti altri. In evidente stile Pop Art.

Opere monumentali, sorprendenti e creative come la mano di Giuseppe Veneziano, l’artista che ha concepito questa mostra spettacolare, “The Blue Banana”, allestita nel centro storico della “Piccola Atene”. Un percorso giocoso che coinvolge, spiazza e rivela, con rimandi classici e commistioni pop.

Nel segno di Andy Warhol. E del suo pensiero: “La più eccitante attrazione è esercitata da due opposti che non si incontreranno mai”. 

Ps: cercare nelle foto tutti i personaggi è un gioco nel gioco…

“Venere nasconde Chaplin col Monello, mentre Papa Francesco (sul fondo) fa skate” – Photo by Ester Maero – Pietrasanta, agosto 2021

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Domenico di Michelino, “La Commedia illumina Firenze” – 1456

Il 25 marzo è la giornata nazionale in memoria del poeta Dante Alighieri e quest’anno ricorrono inoltre i 700 anni dalla sua morte, avvenuta il 14 settembre 1321 a Ravenna.

La data del 25 marzo è stata scelta perché, secondo gli studiosi, sarebbe la data d’inizio del viaggio nell’aldilà della “Divina Commedia”, tra la notte di giovedì 24 e venerdì 25 marzo del 1300, anno in cui Dante Alighieri aveva 35 anni, “nel mezzo del cammino di nostra vita“.

Occasione non solo per Firenze e per l’Italia, ma per il mondo intero, di celebrare il Sommo Poeta, da considerarsi senza dubbio il padre della lingua italiana per la sua felice intuizione di innalzare il volgare a lingua letteraria, consegnando così uno strumento in grado di unificare un Paese. E donando così all’uomo di ogni tempo e spazio la possibilità di uscire a “riveder le stelle”. 

Ps: Auguri anche a Venezia, “pesce” cangiante e multiforme da 1600 anni.

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Dantista di fama Vittorio Sermonti, per i suoi commenti e le sue letture del Sommo. Interpretando solo Dante e non gli altri personaggi, e senza sceneggiarlo: ” La mia voce deve compitare ciò che quel personaggio ricorda.”

Ci mancherà quel suo modo vocale di trasfondere il Poeta in chi lo ascoltava. Ma ci consegna, come altri, un vizio da coltivare, “Il vizio di leggere”, quel suo libro in cui, passeggiando tra le letture di una vita, ci confessa di una pratica condotta con “la perseveranza, con l’abnegazione, con l’inconfessabile voluttà” con cui si coltivano i vizi. Insegnandoci che tra Melville e Brodskij e Faulkner si possono inserire anche le Controindicazioni dei foglietti illustrativi di un Farmaco o l’Almanacco illustrato del calcio.

Trasformandoti cosi in un lettore “vizioso”. In possesso cioè del “meraviglioso”. Grazie Maestro.

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dante

750 anni fa nasceva il Sommo Poeta. In questi giorni. Nel segno dei Gemelli, come racconta egli stesso nel Paradiso, e probabilmente ancora in maggio come racconta Boccaccio. Con le stelle a fargli da guida:

O gloriose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno” (Par. XXII; vv. 112/114).

Quelle stelle che a tanto lo condussero: “l’Amor che move il sole e l’altre stelle” (Par. XXXIII, v.145).

Regalando all’Uomo di ogni tempo una possibile Carta di Viaggio. In versi sublimi.

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isola-maddalena

La notizia è di qualche giorno fa: un diciassettenne surfista scomparso nelle acque dell’arcipelago della Maddalena viene ritrovato, dopo aver trascorso la notte sugli scogli, infreddolito e spaventato ma vivo. Alle prime luci del giorno ha raggiunto un’abitazione della costa chiedendo aiuto.

Il luogo d’approdo fortunoso del giovane Robinson Crusoe si chiama Cala Inferno. Ma nei momenti difficili gli opposti si toccano. E’ stato lui stesso a dichiarare: “Quando ho visto la Spiaggia dell’Inferno mi è sembrato il paradiso“.

Con buona pace della Chiesa, di Dante e dell’immaginario collettivo.

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albertazzi lezioni-americane-def

Poche sere fa ho assistito ad una lezione-spettacolo teatrale in cui Giorgio Albertazzi, dall’alto dei suoi novant’anni, ha tenuto la scena in modo non solo sublime ma anche “leggero”, di quella leggerezza su cui tramava il testo. E se la struttura era data dalle “Lezioni americane” di Calvino, la resa finale portava l’attorialità del Maestro Albertazzi.

Ha insistito sul concetto, a me particolarmente caro, della “leggerezza”, che non è “superficialità”, anzi, per essere tale la leggerezza deve passare attraverso la pensosità, come diceva Calvino. E’ così che la malinconia è null’altro che tristezza che si è fatta leggera, come lo humour è il comico che si è reso leggero. Lo stesso sorriso è null’altro che riso divenuto lieve.

Ma è la neve di due poeti a rendere concreta la “leggerezza”: quella di Cavalcanti, citata da Calvino, è aria e va lieve, quella di Dante, sostenuta da Albertazzi, si posa sulla pietra per dimostrarci che è lieve e pesa. Perché l’autentica leggerezza non è piuma, che a terra è destinata a cadere, ma uccello che libra nell’aria.

Ps: nel giorno post-decadenza ho preferito ricordare che un mondo altro e alto ancora esiste e, come ha detto il Maestro concludendo la sua performance, se più persone lo crediamo possibile, tale mondo può vincere quello violento, rumoroso e volgare che ammorba il nostro tempo.

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La terza fiammata africana a portarci temperature e caldo da record ha il nome di Minosse, il mostruoso giudice infernale a cui Dante fa muovere la coda tante volte quanti gradi di giudizio meritano le anime.

A proposito di gradi, sfiorati i 40° nel nostro profondo Sud. Che sono poi, grado più grado meno,  i 100 °Fahrenheit toccati a New York. La globalizzazione…

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Che immagine triste quel grattacielo marino adagiato nelle acque cristalline del Giglio! Per le vite umane che si è trascinato con sé nella caduta, per quello che è stato di errori e omissioni, per l’impatto ambientale in un arcipelago d’incanto.

Quanto racconta, quel “mostro” piegato, di un Paese che appare in ginocchio dopo tanta avventatezza, una “nave sanza nocchiere in gran tempesta” come diceva con rabbia Dante raccontando sette secoli fa dell’Italia.

Un’incredibile metafora di un tempo storico che non può più nascondersi dietro la frase di chi comanda “non ci sono problemi, è tutto sotto controllo“. Quando è purtroppo palese che qualcosa, forse molto, sia ormai “sotto”.

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