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Posts Tagged ‘curiosità’

Per fortuna il “Salone del Libro di Torino”, oltre a code, caos, disservizi, liti, polemiche, ha per protagonista assoluto, quasi feticcio, il libro.

Così che, pur in mezzo a tanto bailamme, appena apri le pagine di un libro a cui ti sei avvicinato per curiosità, meraviglia, riconoscimento, interesse, subito sei Altrove. Proprio come Alice. E sei già oltre lo Specchio:

Oh, pensa a come sarebbe bello se potessimo passare attraverso lo specchio! Sono sicura che ci sono delle cose bellissime là dentro! Facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso, facciamo che sia diventato tutto come un leggero velo di nebbia… ma guarda… si trasforma! Sarà facile passare adesso!“.

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L’incontro con Pelagia Noctiluca Luminosa, la medusa viola del mar Ligure, è avvenuto col sole allo zenith. Quindi non ho potuto apprezzarne la luminosità notturna.

In compenso ho potuto usufruire dei suoi cangianti colori violetti, ammalianti e abbaglianti come solo Medusa. Un incantamento marino che mi ha reso prossima ad Ulisse e alle Sirene.

Ma non avendo io marinai ad accudire la mia vicinanza a quei velenosi tentacoli ho faticato alquanto per allontanarmi incolume da quella mitica e bellissima visione, che la corrente spingeva sempre più intorno alla mia curiosità. Terrestre e fallace.

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Steve McCurry - INDIA. Jodhpur. 2007.

Steve McCurry – INDIA. Jodhpur. 2007.

Far della sera. Messaggio Whatsapp. Ex allievo lontano nel tempo, a cui torno in mente (“grazie per essere passata nei miei pensieri“) per un libro di Anna Marchesini a cui associa il mio libro di poesie: “Quindi ho ricercato il tuo blog per vedere se tutto procedeva; ho avuto nostalgia, ma una di quelle che ti fanno sbocciare un sorriso.” Dopo il passato mi aggiorna sul suo presente, fatto di canto lirico, all’Opéra di Montecarlo e tournée per l’Europa. Una costruzione iniziata quando ci siamo incontrati, due lustri fa, insegnante e allievo, con visioni mie sul futuro di lui e primi passi suoi in quello che sarebbe stato il suo oggi. E tentativi, prove, work in regress che si fa progress. Con lui, come per gli altri studenti. Ognuno coi suoi tempi e modalità e sogni. E via via qualcosa che prende “forma”, su cui credere, scommettere, applicarsi, cambiare il tiro, rivedere la rotta, navigare ancora. A volte a vista. Insieme alla convinzione però che in qualche modo, per ciascuno, si renderà palese la sua specifica “forma”.

E allora non posso poi non pensare per associazione, neppure troppo libera, alla “formazione” docenti, quella che la “Buona scuola” ha brevettato come sua scoperta, definendola “continua” e “permanente”. Ma davvero noi docenti avevamo necessità di vedere scritto per regio decreto tale lapalissiana verità? Penso ai miei libri, amati e imprescindibili compagni di viaggio. E alle scritture, di getto, meditate, rivisitate. E ai film d’autore visti in sale d’essai. E alle performance teatrali, quelle classiche e quelle sperimentali. E alla curiosità, mia bussola permanente. Che mi conduce ad un testo inedito di Leonard Cohen, ad una conferenza “liquida” di Bauman, ad una possibile associazione tra i passi solitari di Corto Maltese e a quelli non così diversi di Ulisse. Cammini miei che di necessità, anche solo osmotica, diventano passi di chi è studente “mio”.

Così mi chiedo dove possa dirigersi un Paese in cui colui che per professione “mette segni”, “insegna” appunto, deve certificare i propri “segni” attraverso un preciso numero di ore di qualche corso accreditato, dimenticando quanto quella professione non sia omologabile ad altre. Perché essa ha un feedback, quello sì, “continuo” e “permanente”, che sposta sempre i termini del tuo essere “forma”: quando correggi un compito, quando noti un comportamento, quando cerchi una soluzione relazionale, quando respiri il clima di una classe, quando tenti di muovere leggerezza, quando ascolti profondità, quando accogli emozioni, quando ripensi alle tue. In un feedback realmente continuo e permanente. Che è anch’esso formazione.

Come quel messaggio giunto a me sul far della sera. Che è stato un “segno” anch’esso. Sapere che quell’allievo di ieri ha preso una sua “forma” nell’oggi rende reali le mie lontane “visioni” sul suo divenire. E allora, quasi quasi, io autocertifico, con quel messaggio e con i pensieri che ha attivato, una manciata di tempo di “formazione”. Quanto esattamente? Q.b., come il sale. Tanto quanto basta.

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Da queste parti, comunque, non
guardiamo indietro a lungo.

Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e
facendo cose nuove, perché siamo curiosi…

E la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti.

Walt Disney (5 dicembre 1901 – 15 dicembre 1966)

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