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Posts Tagged ‘crisi economica’

Toni caldi, quasi accesi, per una stagione che sembra presentarci alte temperature. Non tanto climatiche, almeno nell’immediato, quanto ambientali.

Crisi energetica, inflazione galoppante e venti di guerra surriscaldano il nostro immaginario e il nostro reale, già duramente provati dalla bufera pandemica.

Stiamo perdendo ogni giorno un po’ di più la capacità, fondamentale per l’uomo, di vedere orizzonti. Accontentandoci di vivere alla giornata. Anzi, di sopravvivere.

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Recovery fund.

Parola magica, un “Apriti Sesamo” europeo, che dovrebbe appunto rendere disponibili i forzieri del Vecchio Continente. Per tutti, Paesi cosiddetti “frugali” (leggi Nord Europa) e quelli mediterranei.

Riunione fiume, diventata record. Dopo cinque giorni di negoziato il Consiglio europeo ha dato il via libera al Recovery Fund da 750 miliardi di euro e al bilancio dell’Ue 2021-2027.

Intesa storica, come affermato dallo stesso presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il pacchetto aiuterà i Paesi Ue più colpiti dalla crisi economica scatenata dalla diffusione del Coronavirus, Italia in primis.

L’Europa sembra sopravvivere proprio attraverso le “larghe vedute” del suo etimo. Almeno sulla carta, almeno per ora.

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Che una persona possa compiere un gesto folle, preda di qualche allucinante delirio, lo teniamo in conto. Ma solo nelle nostre pieghe più nascoste e profonde, per non cadere nell’ansia generalizzata. Pur sapendo che può accadere. Che le ossessioni possono avere la meglio.

Oggi a Monaco, esattamente cinque anni fa in Norvegia. Giovani le vittime, ora come allora. Dal raptus momentaneo alla lucida follia, il risultato è comunque mortifero ed insensato.

E tale è anche quello registrato sotto il nome “terrorismo”, che getta appunto terrore in nome di qualcuno o qualcosa. O può forse questo non dirsi “follia”? Il kamikaze che semina morte può non essere definito folle, seppur agente per una sigla?

Ma allora c’è da chiedersi perché certe sigle riescano ad essere tanto appetibili su alcuni, ormai numerosi, soggetti. Perché tali “idee” di distruzione totale risultano fascinatorie? E perché oggi i freni inibitori sono più labili? Crisi economica e migrazioni dei popoli e confini liquidi e consumismo relazionale possono essere alcune risposte. Legate anche alla fruizione di un tempo super-veloce in connubio all’onnipotenza dell’essere sempre connessi. Quindi social.

Non più però “animali” sociali che vivono con e per l’altro, bensì virtuali, per cui molte azioni assumono le sembianze di un videogioco in cui il tasto replay è sempre a portata di dito.

A differenza dell’esistenza reale, in cui non è contemplata la funzione di reset.

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