
– Guazzabùglio: mescolanza confusa di cose varie, materiali o astratte. “Un affare imbrogliato da mille circostanze diverse gli è un guazzabuglio”.
Altro che liquidità di baumaniana memoria.
Tutto in continua evoluzione, da un giorno all’altro, di minuto in minuto.
Estragone e Vladimiro che aspettano Godot, a confronto, non rientrano più nel teatro dell’assurdo.
Si naviga a vista. Ogni prassi costituzionale bypassata. Qualsiasi scenario fantapolitico all’improvviso è possibile.
Con atteggiamenti irriverenti, cambi repentini, posizionamenti schizofrenici, parole irresponsabili, visioni miopi ed egocentriche.
E le istituzioni che appaiono indebolite, la politica non più memore della propria caratteristica dialettica e la finanza in continua fibrillazione.
Un vorticoso giro di giostra in 80 ore.
Contratto nato con gestazione lunga e parto podalico. Governo giallo-verde, forse. Quirinale in diretta. Savona l’economista, non la città, quale punto cardinale. Conte il professore, non l’allenatore, quale premier poco cardinale. Governo giallo-verde, ancora. Retromarcia. Savona, sempre l’economista, quale punto dirimente. Euro no, ma anche sì, se. Diktat, veti, riserva, rinuncia. Spread su, borse giù. Offese oltralpe. Impeachment urlato. Internet impazzito. Al voto, al voto. Con le infradito? Durante la vendemmia? Piazze chiamate, e prenotate. Bandiere tirate, e ritirate. Campagne elettorali. Dirette Facebook. Strappo, forbici, Cottarelli. Governo tecnico, lista ministri, nessuna fiducia. Ancora qualche ora. Altri incontri informali. Sinistra, chi l’ha vista? Salite e discese dal Colle. Uscite laterali. Accenni e dinieghi. Impeachment anche no. Ci siamo sbagliati. Torna indietro di tre caselle. Di nuovo governo giallo-verde. Sicuri? E Savona? Si sposta di una casella. Ma è un economista, non la città. E allora fermo un giro. E poi ricominciamo. Davvero? Certo, qui non scherziamo.
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