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Posts Tagged ‘connessione’

Mattina speciale di scuola.

Cioè, ogni mattina di scuola è speciale. Ma a volte accade che entri prepotente in classe “il giallo dei limoni”. E allora siamo proprio nel “miracolo montaliano”. Un po’ metafisica, un po’ cuore. Tenuti insieme dalle connessioni.

È successo qualche giorno fa. Volendo procedere con un percorso sulle città, antiche e futuribili, orizzontali e verticali, decido di inserire lo “straordinario” con Venezia, arte e acqua in un racconto unico. E scelgo di condividere con la “mia” classe prima liceale (due dozzine di “bimbe” e “bimbi” di pensiero e bellezza in crescita) il poetico documentario “Molecole” di Andrea Segre, che consiglio a tutti per riconnettersi coi ricordi e il silenzio e il fluire di un tempo più lento e liquido.

In connessione speciale tra di noi, abbiamo sfiorato il senso del Tutto e del Bello, con un battito cardiaco che fotogramma dopo fotogramma decelerava e un respiro che si faceva più pieno. E al termine ci è stato sufficiente guardarci, rimanendo in silenzio.

E la lezione/ connessione /mattina si è fatta speciale. Tra noi “molecole”.

Ps: ciliegina sulla torta, una foto sulla “città sensoriale” che mi giunge in mail al pomeriggio dal mio studente occhi-azzurri-curiosi-del-mondo Angelo (di nome e di fatto), per condividere il senso, ancora una volta pieno, oltre le lezioni cattedratiche, dello scambio intorno al sapere, che è sale, cioè sapore…

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Dedico al ministro della Pubblica Istruzione (sigh!) Valeria Fedeli e alla sua più recente intuizione (sob!), ovvero quella di permettere l’uso dello smartphone a scuola durante le lezioni, il video “Are you lost in the world like me?” di Moby, che coglie (lui sì) i segni di questo tempo.

Con la speranza che le illustrazioni di Steve Cutts coi richiami ai fumetti anni ’30, da Betty Boop a Popeye, possano restituire lucidità a chi di scuola si occupa. Anche se non in prima persona ma per sentito dire.

La nostra desolante dipendenza dagli schermi, come la definisce Moby, è forse quanto non dovremmo trasmettere a chi vogliamo cresca libero, con proprie capacità critiche, autonome visioni del mondo e autentiche interazioni con gli altri.

“Fedelmente”, espress451.

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Facebook1

Dieci anni fa, il 4 febbraio 2004, nasceva Facebook, un “volume di volti” talmente enorme da disorientarci.

Perché con Facebook il concetto di “amicizia” si è distorto. A partire dalla Domanda: “mi dai l’amicizia?“. Richiesta che continua ad essere per me motivo di stordimento. Si può “dare” un rapporto tanto speciale che può solo essere conquistato sul campo, a fronte di lotte, successi, cadute, bevute, abbracci? Perché “dare” è verbo particolare, che porta inscritto in sé l’oggetto da “consegnare”. Come si fa con una raccomandata alle Poste, o una forchetta in cucina, o un solare in spiaggia.

Avrete capito che non faccio parte del mondo Facebook. In virtù della parola “amicizia”. Di cui per me resta necessario l’odore. Condividendo a mano sale e sole.

Ma queste forse sono solo riflessioni di una non “nativa digitale”, e quasi sempre viaggiatrice “sconnessa”. In direzione, ovviamente, “ostinata e contraria”.

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