“Cara Monica, con te se ne va una grande attrice italiana. Sei stata un’icona e una musa eterea per Antonioni e un’attrice dotata di vis comica unica per Monicelli e tanti altri registi di commedia, dove eri una vera Regina“. Così Aurelio De Laurentiis su Twitter per dare il suo addio a Monica Vitti. Ricordandone il talento immenso, unica donna tra i “colonnelli” della commedia italiana, Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi.
Premiata, amata, ricordata sempre. Nonostante quel suo scivolare da tempo in un luogo sfumato. Quello che aveva sentito arrivare e aveva raccontato nel suo libro “Sette sottane”, da lei definito una sorta di “autobiografia involontaria“.
“Quando cammino sento la presenza di quei fatti che sono tutta la mia storia, – scriveva Monica Vitti nel 1993 – sento la loro presenza e i loro passi poco distanti. Vogliono vedere dove li porto, dove andranno a finire. Hanno caratteri pesi e colori diversi, a volte si fidano di me, a volte no. Io scivolo nei vicoli, sperando di perderli. Ma li ritrovo in fondo alla strada, con le braccia conserte, che ridono come pazzi. I fatti sono presuntuosi, pesanti, invadenti. Le emozioni sono leggere e indipendenti. Ti ballano intorno e sono pronte a distrarsi al primo colore“.
Emozioni che ci ha regalato a iosa, restituendocele intatte ogni volta che il suo volto bello, il suo sguardo magnetico, la sua voce inconfondibile riappare sullo schermo. Magia pura, dono eterno.
Grazie Monica. Che levità ti accolga. Tra “Polvere di stelle”…