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Posts Tagged ‘“C’era una volta in America”’

Il regista Quentin Tarantino lo ha annoverato tra i più grandi compositori di tutti i tempi, facendo i nomi di Mozart e Beethoven.

Doverci ora “accontentare” delle melodie che il Maestro Ennio Morricone ci ha consegnato sottolinea con tristezza il senso di finitudine insito nell’umano.

Anche perché la sua musica è sempre stata epifanica. Capace di evocare, nelle profondità di ciascuno, emozioni ancestrali, regalando potentissime illuminazioni. Suono e immagine in un’unica traccia mnestica, filmica o personale. Attraverso un’armonica piuttosto che un trionfo di archi, dai vocalizzi ai colpi di pistola, da un semplice fischio ad un magistrale assolo di oboe.

Se in origine eravamo dei suoni, mi pare bello pensare che torneremo ad esserlo“, amava dire Ennio Morricone.

Al Maestro, con gratitudine, auguriamo di essere tornato suono. Sublime e altissimo.

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Trent’anni senza le sue trovate filmiche, autentiche invenzioni entrate di diritto nella storia del cinema.

La musica che da colonna sonora, complice il talento di Ennio Morricone, diventa sceneggiatura. Il dettaglio sugli occhi di un attore, complice il carisma naturale di Clint Eastwood, a narrare emozioni quanto un’azione scenica. Il duello che per la prima volta si trasforma, complice il suo genio, in triello. Spiazzando del tutto lo spettatore e diventando una voce da manuale nella filmografia.

E altre scene, ormai cult. Un’armonica suonata con maestria, una fossa scavata con affanno. Pistole e fucili, ironia e dramma, West e America.

Ci manca Sergio Leone. Anche se i suoi film continuano, per interposta immagine, a consolarci.

Ps: anch’io, come altri cinefili, giunta a Brooklyn non ho potuto che arrendermi alla ricerca trafelata della sua inquadratura/locandina di “C’era una volta in America”. Restandone sopraffatta…

“C’era una volta l’America, e c’è ancora” – Photo by Ester Maero

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Ennio Morricone e la consegna dell’Oscar, 28 febbraio 2016

È sufficiente l’attacco di una delle sue colonne sonore perché sia subito evidente il film per cui è stata scritta. Questo fa di Ennio Morricone, 90 anni in questi giorni, un compositore di fama mondiale, come dimostra la stella che gli è stata attribuita sulla Walk of Fame a Hollywood.

I numeri sono da capogiro: più di 500 colonne sonore scritte, oltre 70 milioni di dischi venduti, due Oscar di cui uno alla carriera “per i suoi contributi magnifici all’arte della musica da film”, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’Argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize.

Ha lavorato con i registi più diversi, da Elio Petri a Brian de Palma, da Oliver Stone a Giuseppe Tornatore, da Dario Argento a Bernardo Bertolucci, da Mike Nichols a Quentin Tarantino. Anche se la svolta nella sua carriera avvenne negli anni Sessanta quando l’ex compagno di scuola alle elementari, Sergio Leone, gli chiese di scrivere il tema conduttore del suo primo western all’italiana, “Per un Pugno di Dollari”E con il grande regista italiano il sodalizio continuerà fino al superbo “C’era una Volta in America”.

È proprio la sua punteggiatura sonora, così evocativa, sublime, perfetta, a rendere leggendarie le pellicole che portano la sua firma musicale. Da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” a “Mission”, da “Novecento” a “The untouchables”, da “Nuovo Cinema Paradiso” a “Il buono, il brutto, il cattivo”.

Note talmente potenti da vivere di vita propria, oltre l’immagine filmica.

 

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