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Posts Tagged ‘Centrodestra’

La vertigine è la sensazione che alcuni di noi stanno provando di fronte all’insediarsi del governo Meloni, dopo aver già provato un leggero sbandamento di fronte alla nomina dei Presidenti di Senato e Camera.

Il centenario dalla “Marcia su Roma” rende poi surreale quanto sta avvenendo. Ma procediamo con “ordine”, come piace al nuovo corso.

Intanto chapeau a Giorgia Meloni per essere riuscita a sfondare il tetto di cristallo, diventando la prima donna premier in Italia. Peccato che le donne ministro del suo governo siano davvero poche, seppur con nomi di peso. O meglio sono i nomi dei ministeri a rievocarci pagine già scritte di Storia.

Si va da quello della “Famiglia e Natalità e Pari Opportunità”, che nella “natalità” sembra richiamare inviti novecenteschi a procreare, a quello di “Istruzione e Merito”, in cui il “Merito” profuma appena un po’ di “Ventennio”. Che pensare poi di “Sport e Giovani” e “Imprese e Made in Italy”? Benvenuti in populismo e autarchia.

Sorvoliamo sul ministero della “sovranità alimentare”, insieme all’Agricoltura, prendendo per buono l’esempio francese. Con la speranza che il richiamo a Trump sia solo un pensiero malizioso di noi nostalgici delle frontiere aperte e delle libertà condivise.

Ci sono poi i ricorsi storici più recenti con il leitmotiv “conflitto di interessi” in gran ripresa, grazie alle spiagge di Santanchè (al Turismo) e all’industria bellica di Crosetto (alla Difesa). Ma sono dettagli. Allo stesso modo di quelle lievi tracce di nepotismo sparse qua e là, tanto quanto basta come il sale in cucina.

Sulla Costituzione Italiana, saldo baluardo alla salvaguardia dei diritti di tutti, i neo ministri hanno comunque giurato. L’augurio è che l’esecutivo tutto se ne ricordi quando porrà mano ai propri atti di governo.

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La forma del voto politico italiano anno 2018 è forma nuova, in divenire. E il nuovo non è portatore automatico di categorie etiche. Bene o male sono altro.

Sarà però necessario considerare che l’Italia è Paese diviso, o meglio diverso, nel suo Nord e nel suo Sud. E che i partiti nelle forme tetragone di un tempo sono organismi desueti. E che la liquidità di questo inizio millennio si insinua anche nelle scelte di voto.

I prossimi passaggi non saranno né semplici né scontati. Perché il Presidente della Repubblica non potrà non tener conto di quella che è la prima forza politica, come del resto di quella che è la coalizione uscita vincente dalla tornata elettorale, peraltro con un traino inedito.

Così la forma di questo voto presenta qualche somiglianza col film vincitore dell’Oscar 2018, “La forma dell’acqua” di Guillermo del Toro. Ovvero le possibilità non immaginate prima.

Ps: in questo immaginifico parallelismo, la dichiarazione del regista messicano alla vittoria può essere una road map da tenere presente: “Io sono un immigrato. Il cinema sa cancellare le linee di confine, quando il resto del mondo vorrebbe renderle più profonde.

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