Giocare e creare con la sabbia fa bene. A tal punto da diventare una terapia, la SandPlayTherapy. Che non utilizza paletta e secchiello bensì “quadri” realizzati con miniature tridimensionali disposte in modo libero in una sabbiera. Al fine di leggerle per aiutare le persone, specie quelle con difficoltà comunicative, a ritrovare il benessere psicologico.
Perché, come diceva Carl Gustav Jung, “spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente”.
Insomma, un piccolo giardino zen per raccontare le proprie emozioni. Antico rituale buddista per ristabilire la calma. Tracciando segni per ritrovare i propri passi.